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 2013  aprile 29 Lunedì calendario

Agguato di fronte a Palazzo Chigi: due carabinieri feriti

• Poco dopo le 11.30 di ieri, mentre il nuovo governo Letta giurava al Quirinale alla presenza di Giorgio Napolitano, in piazza Montecitorio, davanti a Palazzi Chigi un uomo in giacca a cravatta sparava sei colpi di pistola ferendo due carabinieri. Si scoprirà poi che l’uomo, fermato e portato in all’ospedale San Giovanni, si chiama Luigi Preiti, detto Gino, ha 49 anni e viene da Rosarno. Muratore con lavori saltuari e problemi economici, separato da Ivana, un figlio di 12 anni e piccoli precedenti penali.

• Dal Quirinale a Palazzo Chigi sono 700 metri di distanza. [Cerruti, Sta]

• Il racconto di Malaguti sulla Sta: «Sono le 11 e 32. La sparatoria dura pochi secondi. Preiti estrae dalla tasca una 7,65 e distende il braccio. Spara sette colpi. Il primo si infila nel collo del brigadiere Giuseppe Giangrande. A sinistra. Lo trapassa. Buca il midollo, squarcia la pelle, e va a infilarsi nella spalla destra. Giangrande stramazza al suolo. Preiti ha l’occhio iridescente con tutte le varianti di una furia tenebrosa. Scarica altri cinque colpi. Uno va a frantumare un osso della gamba dell’appuntato Francesco Negri. I carabinieri reagiscono. Gli sono addosso. Lui prova a farla finita. Si punta la 7,65 alla tempia, ma la pistola si inceppa. Forse ha finito le pallottole. Lo appiccicano alle pietre di una piazza impazzita. Hanno la freddezza di non usare le armi. Potrebbe essere un inferno in mezzo a quella bolgia. Andrea Stolzi vede suo figlio di quattro anni cadere per terra. Il terrore lo attraversa. Ma il bimbo ha semplicemente perso l’equilibrio per i botti. La moglie Maria, incinta, piange. La gente scappa. Grida. Paura. Via del Corso è paralizzata. Arrivano le ambulanze, decine di agenti si schierano in assetto di guerra. Nessuno sa se Preiti abbia agito da solo. Un appuntato impedisce a un padre idiota di portare il figlio “a vedere il sangue” – dice proprio così – poi si sfoga. “È il gesto di un disperato, la gente non ne può più e se la prende con noi”».