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 2013  aprile 28 Domenica calendario

Più donne e giovani nella squadra di Letta • La delusione dei big esclusi da Palazzo Chigi • Secondo Grillo questo governo «è un’ammucchiata bunga bunga» • Sui bus si salirà solo davanti • Quelli che andranno a morire su Marte per un reality show • La donna che assaggiava i cibi di Hitler


Nomi Governo politico. Nome finale del governo Letta dopo l’accavallarsi per settimane, in bocca ai vari protagonisti, di un mucchio di definizioni diverse: «Governo di rottura», «Governo del presidente», «Governo di scopo», «Governo di larghe intese», «Governo di cambiamento», «Governo delle regole»... (Gian Antonio Stella, Cds) [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]

Donne e giovani Con il giuramento di stamattina il cammino del governo di Enrico Letta, sostenuto da Pd, Pdl e Scelta civica, avrà ufficialmente inizio. Il neopremier ha espresso la sua «sobria soddisfazione». Napolitano ha spiegato che era «l’unico governo possibile». La lista dei 21 ministri ha riservato sorprese, con il record di donne (sette) di cui una ha origini tedesche, la campionessa olimpionica Josefa Idem, un’altra è nata a Kambove in Congo, l’oculista Cécile Kyenge, che si occuperà di Integrazione. Oltre alla sorpresa di Emma Bonino alla guida della Farnesina. Inoltre l’età media dei ministri si abbassa di undici anni, scendendo a 53 anni rispetto ai 64 dell’esecutivo precedente guidato da Mario Monti, quando il ministro più giovane era Filippo Patroni Griffi, classe 1955 (e il più anziano Piero Giarda, del ’36). Da domani la ministra più giovane avrà solo 37 anni: Nunzia De Girolamo, del Pdl, nata nel 1975, e responsabile delle Politiche agricole. Mentre il componente più maturo della nuova squadra è il ministro dell’Economia Saccomanni, del 1942.

Numeri Dei nuovi ventuno ministri, otto sono del Pd, cinque del Pdl, tre di Scelta Civica, una radicale, quattro tecnici (Fabrizio Saccomanni, Enrico Giovannini, Anna Maria Cancellieri e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Filippo Patroni Griffi).

Nuove leve Solo due dei politici erano già stati ministri: il vicepremier Alfano (agli Interni) ed Emma Bonino. Ma il dicastero assegnato alla Bonino - gli Esteri - è pure quello una novità: mai i Radicali avevano occupato un ruolo così importante.

Governo uscente Del governo uscente vedremo solo Filippo Patroni Griffi come sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Enzo Moavero Milanesi che resta ministro agli Affari europei e Anna Maria Cancellieri che passa dall’Interno alla Giustizia. Degli ex segretari di partito (Alfano a parte) ci saranno solo Dario Franceschini, Pd, che sarà ministro dei rapporti con il parlamento.

Delusi Tra i big esclusi da Palazzo Chigi, oltre a D’Alema (puntava alla Farnesina, è stato fatto fuori dalla Bonino) Renato Brunetta, che «ci è rimasto non male, ma malissimo. Silvio Berlusconi, a lungo, si è molto speso per lui. Addirittura, venerdì pomeriggio, era girata la voce che, pur di trovargli un posto, si stesse ipotizzando uno spacchettamento dell’Economia tra Tesoro e Finanze, con lui, Brunetta, destinato a quest’ultimo [...]». Escluso pure Giuliano Amato «che, nel giro di quindici giorni, si è ritrovato candidato praticamente, e inutilmente, a tutto»: « Prima indicato come probabile erede di Giorgio Napolitano; poi come possibile premier incaricato. E invece niente, solo un mucchio di titoli di giornale sprecati (il più banale è stato anche il più frequente e, forse, fatale: “Il ritorno del Dottor Sottile”»). «Parecchio delusa» Mara Carfagna (ad alcuni suoi colleghi del Pdl, negli ultimi due giorni, aveva spiegato di aspettarsi un riconoscimento per il buon lavoro svolto alle Pari opportunità nell’ultimo governo Berlusconi), «delusa tantissimo anche la Gelmini, che pure sperava in un altro giro di governo (anche se non alla Pubblica istruzione). Naturalmente, parlare di delusione per Anna Maria Bernini è puro eufemismo. Numerosi giornali, ieri mattina, la davano come uno dei pochi ministri ripescabili dalla stagione berlusconiana. E non solo: a mezzogiorno, sembrava lei l’unica donna del Pdl certa di essere stata presa in considerazione da Letta [...]Chiaro che se si dovesse fare l’elenco di tutti i possibili candidati girati per questo o quel ministero servirebbero due pagine di giornale (Chiamparino, Ilaria Borletti Buitoni, Epifani...). E ne servirebbero venti se adesso si dovessero inseguire le voci sui possibili sottosegretari. Sappiate però che in molti non lo considerano affatto un incarico di consolazione. Sappiate che molti sono già davvero in fila. Sappiate ciò che loro sanno: un abile sottosegretario può essere più potente di un bravo ministro» (Fabrizio Roncone, Cds).

Bunga bunga Beppe Grillo ha definito il nuovo governo «la notte della Repubblica», ma anche un governo «stile ammucchiata bunga bunga».

Portoghesi Quindici milioni di italiani ogni giorno prendono un mezzo pubblico, ma uno su cinque (il 19,3%, secondo un’indagine Asstra) non paga il biglietto. Risultato: per colpa dei “portoghesi”, le aziende di trasporto pubblico locale perdono in totale 450 milioni all’anno. Ora però potranno contare su un aiuto in più per fare cassa: il conducente che si trasforma in controllore, grazie a un articolo dell’accordo firmato venerdì al ministero del Lavoro. L’intesa raggiunta tra Anav e Asstra (le associazioni di categoria) ha stabilito che i passeggeri potranno salire solo dalle porte davanti, come accade a Londra e in tante altre città del mondo, e i guidatori potranno controllare i ticket. Chi non ce l’ha, dovrà scendere, oppure acquistarlo dal conducente stesso, con un sovraprezzo intorno ai 50 centesimi.

Mars One Ad aprile del 2022 partiremo per Marte grazie a un reality show planetario (il progetto olandese Mars One) che comincia quest’anno con selezioni alla X Factor e test di resistenza come ne L’isola dei famosi. Porterà alla formazione degli equipaggi che si imbarcheranno uno dopo l’altro per il Pianeta Rosso in mondovisone (troupe televisiva compresa). Unico problema: il biglietto è di sola andata. Chi andrà, ci resterà fino alla morte. Arrivare infatti è relativamente facile, ripartire è il vero problema. Il progetto, così ambizioso da sembrare uno scherzo, in realtà nasconde un’intuizione giudicata da alcuni brillante: aver forse trovato il modo, attraverso la vendita di spazi pubblicitari, di superare l’enorme problema delle missioni spaziali su grande scala: quello dei fondi. Tanto da ricevere l’appoggio di Gerardus ’t Hooft, dell’Università di Utrecht, premio Nobel per la fisica nel 1999. E da raccogliere diecimila domande di aspiranti astronauti: ragazze e ragazzi che hanno inviato la loro presentazione filmata dal Brasile e dalla Germania, dagli Stati Uniti e dal Giappone, dall’Italia e dalla Russia ma anche quarantenni con moglie e figli, signori un po’ in là con l’età, gente di ogni estrazione e provenienza. Nel 2016 verrà lanciato verso il pianeta rosso il primo cargo con tre tonnellate di viveri, parti di ricambio, strumenti, materiali. Due anni dopo sarà la volta del rover che dovrà iniziare a preparare il campo. In Olanda hanno calcolato che impiegherà tre anni a mettere in piedi la struttura della base, sei moduli. A quel punto il primo equipaggio formato da quattro persone sarà in procinto di partire. Data prevista del decollo 2022, per raggiungere Marte nel 2023. Da quel momento in poi ogni due anni prima e poi a intervalli sempre minori, verranno inviati altri equipaggi fino ad arrivare nel 2035 a una colonia di almeno trenta o quaranta persone (Jaime D’Alessandro, Rep).

Assaggiatrice Margot Woelk, 95 anni, da ragazza, per due anni e mezzo, fu una delle quindici assaggiatrici addette alla cucina di Hitler nella Tana del Lupo, il quartier generale tedesco di Rastenburg nella Prussia orientale. Ogni mattina alle 8 una SS passava sotto la sua finestra e gridava: «Margot, alzati!». Quando arrivava nella Tana, i cuochi avevano già cucinato. Il personale di servizio riempiva i piatti di verdure, salse, spaghetti, frutta (niente carne e pesce, il Führer era vegetariano) e li disponeva su un grande tavolo di legno. Lì, tra le 11 e le 12, le quindici ragazze consumavano il loro pasto. Poi, passata un’ora e constatato che erano ancora vive e vegete (girava voce che gli Alleati volessero avvelenare il Führer), i cibi venivano imballati dentro casse speciali e portati a Hitler (Marina Verna, Sta).

(a cura di Roberta Mercuri)