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 2013  aprile 08 Lunedì calendario

Nel 2012 sono stati licenziati oltre un milione di lavoratori • Per trovare un impiego il 60 per cento degli italiani si affida a amici e parenti • La Michelin tasserà gli stipendi degli impiegati sovrappeso • A Roma vince Marino (tra le polemiche)• Madre e figlia uccise a coltellate

 

Licenziati Oltre un milione di lavoratori (1.027.462) è stato licenziato l’anno scorso, il 13,9% in più rispetto al 2011. Gli ultimi dati del ministero del Lavoro - che non distinguono tra licenziamenti collettivi e individuali - delineano un quadro in costante peggioramento: in quattro anni i licenziamenti sono passati da 800 mila (nel 2009) a oltre un milione, e il periodo più nero è stato proprio l’anno scorso, quando gli esoneri sono passati dai 225.689 del primo trimestre ai 329.259 degli ultimi tre mesi del 2012 (con un’escalation del 15,1% sullo stesso periodo del 2011).

Assunti Nell’ultimo trimestre del 2012, le nuove assunzioni (in termini di rapporti di lavoro attivati, dipendenti o parasubordinati) sono state oltre 2,2 milioni, con un calo del 5,8% rispetto allo stesso trimestre del 2011.

Amici Secondo uno studio Plus dell’Isfol, il 60 per cento degli italiani ha trovato lavoro facendo ricorso a amici, parenti e conoscenti. Pochissimi quelli che l’hanno trovato affidandosi a centri per l’impiego (3,9%) e agenzie del lavoro (2,4%) (W.P., Sta).

Grassi A partire dal prossimo anno la Michelin Nord America imporrà ai suoi dipendenti sovrappeso di sborsare una tassa fino a 1.000 dollari se vogliono avere la copertura sanitaria offerta dall’azienda a tutti i suoi impiegati. Un portavoce del colosso dei pneumatici: «Non avevamo altra scelta, i lavoratori rispondono più alla minaccia di perdita finanziaria che non alla promessa di incentivi che premiano la modifica di abitudini comportamentali». Un sondaggio Gallup del 2011 ha calcolato che, ogni anno, gli americani obesi e sovrappeso stanno a casa in media 450 milioni di giorni lavorativi in più rispetto ai loro colleghi sani, con una perdita di produttività di oltre 153 bilioni di dollari (Alessandra Farkas, Cds).

Primarie A 50 giorni dalle Comunali del 26 e 27 maggio, il centrosinistra a Roma ha scelto il suo candidato sindaco. Dagli oltre 200 circoli e gazebo allestiti nella capitale per le primarie spunta fuori il nome di Ignazio Marino, 58 anni, chirurgo e senatore Pd, già sfidante di Pierluigi Bersani per la segreteria del partito nel 2009. Forte il distacco con il quale il medico supera gli avversari: lui si avvicina a quota 50%, David Sassoli si ferma al 30%, intorno al 15%, invece, Paolo Gentiloni. Percentuali a una cifra per Gemma Azuni, Patrizia Prestipino e Mattia Di Tommaso. «Si chiude così una sfida aspra, durata tre settimane piene di accuse, sgambetti e critiche e sporcata da una polemica a urne aperte su presunte “irregolarità” e “vicende poco chiare”. Ne parla per primo il comitato di Gentiloni, poi, con un tweet interviene Cristiana Alicata, membro della direzione regionale dei Democratici, che racconta nel suo Municipio, il XV°, delle “solite incredibili file di rom che, quando ci sono le primarie, si scoprono appassionatissimi di politica”. La subissano di critiche e lei replica: “Il razzismo non c’entra nulla, sono voti comprati. Punto. Chi lo nega è complice dello sfruttamento della povertà che fa il clientelismo in politica”. Il centrodestra ironizza e alla fine tocca al segretario romano del Pd, Marco Miccoli frenare le polemiche: “Se le primarie sono aperte agli immigrati, loro votano. Al momento non ci sono pervenute denunce di irregolarità”. Ma le tensioni ai seggi, durante la giornata, non sono mancate. A Tor Bella Monaca, è anche dovuta intervenire la polizia per una violenta lite tra esponenti Pd, nata dopo che alcuni testimoni avevano denunciato di aver visto fuori dal seggio immigrati “ricevere dei soldi”. E la Azuni, candidata di Sel, sta valutando se fare ricorso» (Mauro Favale, Rep.)

Delitto Francesca Di Grazia, 59 anni, e sua figlia Martina Incocciati, 19 anni. La Di Grazia, separata da un italiano, nel dicembre 2008 aveva sposato in India il manovale di 36 anni Kumar Raj, che poi s’era trasferito con lei in provincia di Roma ma due anni fa l’aveva mollata e se n’era andato a vivere a Nettuno a casa di amici. La donna, titolare di un’impresa di pulizie e cartomante, sempre a corto di denaro, con la figlia s’era trovata in un appartamento da 400 euro al mese in un borgo di Cisterna e continuava a frequentare l’ ex marito soprattutto perché, in cambio di soldi, assumeva per finta i suoi parenti indiani in modo da fargli ottenere il permesso di soggiorno. Da qualche tempo però l’uomo non la pagava, lei continuava a reclamare gli 8 mila euro che le spettavano e così tra i due erano liti continue. Sabato all’alba il Raj andò a casa della Di Grazia, lei preparando il caffè gli disse «se non mi paghi ti denuncio» e allora lui, afferrato un coltellaccio da cucina, le infilò la lama tra la schiena e il collo. Il trambusto svegliò Martina che in corridoio si trovò di fronte l’indiano che le saltò addosso, lei gli graffiò la faccia e corse a nascondersi sotto al letto ma lui afferrandola per il pigiama e per i capelli la trascinò fuori e l’accoltellò quattro volte al petto e alla gola. Prima delle 6.40 di sabato 6 aprile in appartamento al primo piano del residence Magnolia a Borgo Flora, nel comune di Cisterna di Latina.

(a cura di Roberta Mercuri)