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 1876  luglio 02 calendario

• Muore a Roma, nella notte sopra oggi, il patriota e storico Giuseppe Ferrari. Scrittore vivace, fosforescente, convinto assertore della teoria federalistica, lascia pregevoli studi di filosofia applicata alla storia, ma di fascino piuttosto insidioso e paradossale

• Muore a Roma, nella notte sopra oggi, il patriota e storico Giuseppe Ferrari. Scrittore vivace, fosforescente, convinto assertore della teoria federalistica, lascia pregevoli studi di filosofia applicata alla storia, ma di fascino piuttosto insidioso e paradossale. Appena laureato in giurisprudenza all’Università di Pavia, si dedicò con passione allo studio del Vico, che ebbe una notevole influenza sul pensiero ferrariano. Come l’Herbart aveva introdotto nella filosofia il calcolo matematico, cosi il Ferrari lo introdusse nella storia fondata sulla filosofia, come bene appare dalla parabola della sua produzione incominciata con prevalente indirizzo filosofico nei saggi sul Giannone, sul Vico, sul Romagnosi e proseguita con indirizzo storico-politico (Saggio sul principio e limiti della filosofia della storia (1843); la rivoluzione e i rivoluzionari in Italia (1845); La Rivoluzione e le riforme in Italia (1848); Machiavelli giudice delle rivoluzioni del nostro tempo (1849); La filosofia della rivoluzione (1851), ecc. A 47 anni il Ferrari pubblica la maggiore e la più importante delle sue opere, cioè La storia delle rivoluzioni d’Italia o Guelfi e Ghibellini, dalla quale scaturirono: la Federazione Italiana (1860), la Storia della Ragion di Stato (1860), la Teoria dei periodi Politici (1874). Il Ferrari, che visse esule in Francia dal 1838 al 1860 scrisse gran parte delle sue opere in francese. Fu professore di filosofia nell’Università di Strasburgo, nell’Università di Torino, neil’Accademia Scientifico -Letteraria di Milano, deputato al Parlamento dal maggio 1860, come campione della teoria federalistica-repubblicana. Senatore dal 15 maggio 1876 (nato a Milano il 6 marzo 1811).