Comandini, 27 giugno 1876
• Alla Camera l’on. Depretis, a proposito delle ferrovie, pronuncia un discorso che fa un’enorme impressione, affermando che l’amministrazione dello Stato deve essere in gran parte riformata e che il pareggio del bilancio è soltanto nominale
• Alla Camera l’on. Depretis, a proposito delle ferrovie, pronuncia un discorso che fa un’enorme impressione, affermando che l’amministrazione dello Stato deve essere in gran parte riformata e che il pareggio del bilancio è soltanto nominale. Continua poi: «Noi siamo venuti al potere per compiere savie riforme nelle leggi, nell’amministrazione, nei tributi; siamo venuti al potere per fare si che il pareggio diventi reale e stabile. Noi siamo venuti al potere per far si che il paese sia più libero e. non meno tranquillo... E s’egli è vero quello che ieri ha affermato il capo dell’opposizione che molte dottrine sono comuni fra noi, resti comune e fermo fra noi il desiderio di procedere e contenersi nella vita parlamentare come si conviene tra uomini che possono dissentire di opinione ma che rispettano sempre la sincerità con la quale si professa l’opinione avversa, come uomini che hanno sopratutto comune il desiderio di consolidare ad ogni costo nel paese la libertà fondata dallo Statuto, e di fondare sovr’esso le leggi e l’amministrazione della patria nostra, sicché diventi sempre più florida all’interno e sempre più rispettata all’estero». Dopo eloquentissimi discorsi dell’on. Peruzzi e dell’on. Correnti viene approvato a scrutinio segreto il progetto di legge relativo alla Convenzione di Basilea, all’atto addizionale e al trattato col governo austriaco riguardo alle reti ferroviarie dell’Alta Italia.