Comandini, 9 aprile 1876
• Da Roma Garibaldi scrive ad Agostino Depretis, per dichiarare che accetta il dono nazionale. La lettera incomincia: «Dopoché Re Vittorio Emanuele ha dato nuova e solenne riconferma della sua fede allo Statuto Costituzionale ed ai plebisciti della volontà nazionale, mutando i suoi consiglieri in ossequio al voto del Parlamento ed attestando la sua fiducia in voi ed in altri miei amici pel governo dello Stato
• Da Roma Garibaldi scrive ad Agostino Depretis, per dichiarare che accetta il dono nazionale. La lettera incomincia: «Dopoché Re Vittorio Emanuele ha dato nuova e solenne riconferma della sua fede allo Statuto Costituzionale ed ai plebisciti della volontà nazionale, mutando i suoi consiglieri in ossequio al voto del Parlamento ed attestando la sua fiducia in voi ed in altri miei amici pel governo dello Stato. debbono cessare le mie ripugnanze all’accettazione del dono, che a me fu fatto con spontanea generosità dalla Nazione e dal Re, e che mi porrà in grado di concorrere in pro di Roma alla spesa dei lavori del Tevere»