Comandini, 15 luglio 1871
• La Rivista della Massoneria Italiana pubblica un articolo di Paolo Mantegazza riguardante l’esumazione di Ugo Foscolo e i suoi studi sul teschio del poeta, in cui è detto fra l’altro: «Il cadavere di Ugo Foscolo, benché sepolto da ben 44 anni, per condizioni speciali dell’inumazione si vedeva ancora in uno stato di apparente conservazione
• La Rivista della Massoneria Italiana pubblica un articolo di Paolo Mantegazza riguardante l’esumazione di Ugo Foscolo e i suoi studi sul teschio del poeta, in cui è detto fra l’altro: «Il cadavere di Ugo Foscolo, benché sepolto da ben 44 anni, per condizioni speciali dell’inumazione si vedeva ancora in uno stato di apparente conservazione. Aveva subito il così detto processo di saponificazione. «...Il cranio del Foscolo sarebbe stato un interessante oggetto di studio all’antropologo, all’anatomico, ai patologo, anche se non avesse portato quel gran nome... Questo teschio era d’un uomo di 50 anni ed aveva tutti i caratteri della senilità più avanzata; senza sapere a chi appartenesse, qualunque medico l’avrebbe giudicato di un ottuagenario. «...Un altro carattere singolare del teschio di Foscolo è quello di avere la sua parte posteriore in evidente contrasto coll’anteriore in modo che si direbbe che quelle due parti appartengano a due diversi individui. Nella metà anteriore il grande sviluppo del frontale, le arcate sopraciliari salienti, la gobba nasale forte, danno al teschio di Foscolo una impronta virile; mentre se lo guardi dal didietro trovi nella sua rotondità, nella piccolezza delle creste ossee alle quali si attaccano i muscoli, tutti i caratteri più salienti del sesso femminile... «...Anche i criteri fisici dai quali soliamo giudicare della gerarchia intellettuale di un teschio ci presentano in Foscolo contrasti senza fine. Egli aveva un cervello del volume di 1426 centimetri cubici; era inferiore a quello di molti uomini volgari e anche a quello di parecchie donne... «...Aveva un indice cefalospinale di 1683 quindi inferiore alla media della donna, e ciò si deve a due cagioni, cioè alla piccolezza del cervello e alla grandezza dell’area del foro occipitale, che di molto supera la media, che è di 717,63 millimetri quadrati, essendo esso di 847. L’angolo sfenoriale era di buona misura, cioè di 132° 33. Le orbite erano molto grandi, cioè di 38 centimetri cubici, superiori quindi di 8 alla grandezza media. L’indice cefalorbicario è di 2458 quindi molto basso» (vedi 24 maggio 1871)