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 1873  dicembre 16 calendario

La morte di Nino Bixio

• Muore di colera nella rada di Atchin, nelle Indie Orientali, a bordo della sua nave Maddaloni, Gerolamo detto Nino Bixio, nato a Genova il 2 ottobre 1821, avventuroso marinaio, valorosissimo ufficiale garibaldino, tenente generale garibaldino dopo il Volturno, e con quel grado passato nell’aprile 1862 nell’esercito regolare. Nel 1866 ebbe parte cospicua nella guerra. Senatore dal 6 febbraio 1870. Si dedicò poi al traffico marittimo.

• Giuseppe Guerzoni, deputato: «Quel che l’Italia perde in un uomo come Bixio, le basta, per saperlo, che si volga dietro qualche istante e ricordi sé stessa. Non c’è pagina, può dirsi, gloriosa o sfortunata, della storia italiana in cui non sia scritto, formidabile talvolta, nobile sempre, il nome di Nino Bixio. Un giornale inglese, quando salpò un anno fa dal porto di Liverpool col suo Maddaloni, gli diede il buon viaggio salutandolo l’Aiace d’Italia, e nessuna denominazione classica poteva essere più appropriata a quell’omerica figura! Corpo di ferro, anima d’acciaio, incapace di stanchezza, insofferente di riposo; indole impetuosa eppur magnanima, e nella quale si sposavano, come accadde solo nel cuore dei veri eroi (...)». [Ill. it 4/1/1874] [Leggi qui tutto l’articolo]

• Dal Corriere di Eugenio Torelli Viollier pubblicato sull’Illustrazione Italiana: «Era della stoffa, di cui gli antichi facevano gli eroi. Mi ricordo d’averlo veduto una volta ad Alessandria, ov’egli comandava la sua divisione. Erano le otto del mattino, e faceva un freddo da spaccare le pietre. - Alessandria, fra le città del Piemonte, è forse la più fredda. M’ero appena levato di letto e dalla finestra della mia camera d’albergo guardando la via, vidi passare un uomo a cavallo, con un fanciullo a cavalcioni sul davanti della sella. -«Che gusto, dissi al cameriere d’andare a passeggiare a cavallo con questo freddo. - È il generale Bixio, mi rispose, e non va a passeggiare, ne torna. Ogni mattina esce all’alba, con uno de’ suoi figli, sopra un cavallo indiavolato, e va a galoppare in piazza d’armi sulla neve. Non c’è anima viva che s’arrischi a quell’ora in quel deserto. Nessuno capisce come padre e figlio possano tornar vivi (...)». [Ill.It 28/12/1873] [Leggi qui tutto l’articolo]