15 novembre 1989
Tags : La svolta della Bolognina
Ingrao non è convinto della proposta di Occhetto
• In tarda mattinata Alfredo Reichlin e Antonio Bassolino lasciano la riunione della Direzione del Pci per andare a Fiumicino a consegnare la relazione con la proposta di Achille Occhetto a Pietro Ingrao, appena atterrato da Madrid. Stefano Marroni su Rep.: «Reichlin non è riuscito a resistere alla domanda che inutilmente una giornalista aveva appena rivolto all’ex presidente della Camera: “Tu che ne pensi?”. Ingrao non si è fatto pregare: “Voglio leggere bene la relazione – ha detto in sostanza – ma per quello che ho potuto vedere sui giornali spagnoli, la proposta di Occhetto non mi convince”. Un dissenso netto, motivato in particolare dagli interrogativi sui caratteri della nuova formazione politica e sull’identità delle forze chiamate alla fase costituente. Tornati a Botteghe Oscure, i due dirigenti hanno riferito ad Occhetto del colloquio, aggiungendo nuovi elementi a un quadro già assai più complesso di quello previsto dalla squadra del segretario». [Stefano Marrone, Rep. 17/11/1989]
• Dopo due giorni di discussione con la Direzione del Pci, Occhetto dichiara: «Benché la direzione fosse ampiamente d’accordo con me, non ho ritenuto di dover mettere ai voti la mia proposta perché chi deve decidere è il partito. Da domani, non cambieremo nome, continueremo a chiamarci come ci chiamiamo. Voglio dire a tutti che non ci stiamo sciogliendo, che il Pci è in campo ed è talmente vivo che propone una cosa più grande. Su questo apriamo una discussione seria, e credo che tutti i compagni debbono essere molto tranquilli: la sorte del partito, il futuro del Pci è nelle mani di ciascun militante».
• Armando Cossutta: «Occhetto intende lasciare il Pci. La domanda non può essere “cosa faranno i comunisti”, perché è ovvio che essi vogliono rimanere in un partito comunista. La domanda vera è: quanti saranno quelli che, non sentendosi più comunisti, decideranno di seguire Occhetto in un altro partito non più comunista?»