Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  maggio 21 Mercoledì calendario

La Franzoni arrestata

• Alle 21 Severo Chiezzi, presidente della Prima sezione penale della Corte di Cassazione, con voce chiara legge le poche righe della sentenza che rigetta il ricorso presentato dalla difesa e conferma la sentenza a 16 anni di carcere. Dieci minuti dopo, il sostituto procuratore generale di Torino Vittorio Corsi invia il fax per la cattura ai carabinieri. 
 
• «Se mi condannano, non solo condannano una persona innocente, ma fanno un danno enorme anche ai miei figli. Cosa faranno senza di me i bambini?» (Annamaria Franzoni).

• «Nell’attesa della decisione della Cassazione quattro militari in borghese vengono inviati a Ripoli (Bologna) alla vigilia del verdetto, “per monitorare la situazione”: stampa, tv, e la stessa Annamaria Franzoni rinchiusa a casa dell’amica. “Nessun sentore di pericolo di fuga” precisano all’Arma, ma “la prassi vuole che si tengano dei sensori sul territorio”. Da loro arriva anche il monito agli innocentisti: “Ragazzi, non fate sciocchezze”. Non ultima l’esigenza di garantire la privacy della signora Franzoni: ecco perché, al momento di farla entrare nell’auto dei carabinieri, viene organizzata una messinscena fingendo che Annamaria esca dalla porta principale, mentre viene fatta sgusciare dal retro, evitando le telecamere. Una finta che non riduce il clamore. I bimbi di Annamaria piangono dietro la finestra del soggiorno di casa Armenti mentre scoppiano momenti di tensione tra residenti e giornalisti. È chiaro che sentono tutto. Poi finalmente la calma, dopo mezzanotte. “Siamo andati subito da Stefano e i bambini, mi viene la pelle d’oca solo a parlarne – racconta Civerra –, erano distrutti, i piccoli disperati, Stefano stava loro vicino”. Passano due ore, dopo la decisione della Cassazione, prima che Annamaria venga condotta in carcere. Questioni burocratiche, documenti da leggere, tempi procedurali. Ma non solo. “I bambini erano molto agitati – spiega Nilde Stefanelli, vicina di casa e madre di una delle più accese sostenitrici della Franzoni –, continuavano a piangere, non la lasciavano andare via. I carabinieri hanno aspettato che riuscisse a calmarli. Come? Quella povera donna ha dovuto dire ai suoi figli la verità, prima che venissero a saperla dai compagni di scuola”. “Devo andare via per forza, devo andare in carcere perché mi hanno dato la colpa di aver ucciso vostro fratello”: le ultime parole di Annamaria prima di staccarsi da Davide e Gioele. I piccoli si quietano, il portoncino si chiude dietro di lei». [Maria Grazia Mottola, Rep. 22/5/2008]