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 2005  novembre 16 Mercoledì calendario

A Torino, il processo d’appello per Cogne

• Nell’aula 6 della Corte d’assise d’appello di Torino, alle 11, si apre il processo per il caso Cogne [1.385 giorni dopo il delitto, ndr]. Presiede la Corte Romano Pettenati («questa è una vicenda dolorosa, faccio appello al senso di civiltà di chi assiste», ndr), l’accusa è affidata al Pg Vittorio Corsi («Quando l’ho sentita in tv ho percepito un affanno, un dolore tremendo» sulla chiamata di Annamaria al 118, ndr). In aula, il video che riprende la stanza dell’orrore. Trenta minuti, tre inediti, che, secondo la difesa, serviranno a dimostrare l’innocenza di Annamaria Franzoni. Infine la difesa presenta il dossier del detective privato Giuseppe Gelsomino: 69 punti per dimostrare che Annamaria è innocente. Con un altro video (Quello girato con Stefano Lorenzi il 3 novembre 2005, ndr) per mostrare ai giudici che l’assassino è fuggito per un canalone. La Corte d’Assise d’Appello di Torino, presieduta da Romano Pettenati, dovrà decidere anche se tornare nella villa di Cogne, sotto sequestro dal mese di agosto. [Cds16 e 17/11/2005]  

• La difesa ha chiesto e ottenuto che le udienze siano pubbliche, si distribuiscono bigliettini per auto-disciplinare l’ingresso all’aula. Marco Neirotti ha scritto che sembrava di «essere a una protesta contro l’Alta Velocità, di fronte a un gruppo di portoghesi che vogliono entrare allo stadio» [Sta. 17/11/2005]; Aldo Grasso: «Finisce l’Isola, inizia Cogne, a un reality succede un altro reality». [Cds 17/11/2005] Curzio Maltese: «Nella folla stipata davanti al tribunale di Torino per assistere al processo d’appello per Cogne non c’era posto per uno spillo né per un sentimento. Nessuna rabbia, indignazione, dolore o pietà, soprattutto nessuna pietà. Soltanto curiosità e neppure per la verità sulla morte di Samuele. Una curiosità invadente e veloce, superficiale. In una parola: televisiva». [Rep. 17/11/2005] Secondo Massimo Gramellini gli spettatori vogliono capire «se la Cattiva della favola horror, vista da vicino, è davvero così cattiva. E nel farlo è come se riconoscessero finalmente alla realtà un’autorevolezza superiore alla sua rappresentazione televisiva». [Sta. 17/11/2005] Neirotti: «Il reality ha fatto il suo tempo, ha autori, registi e gente a caccia di spettatori, ha cadenze e ambizioni e magari accordi, battute, abbandoni a effetto. Ma Anna Maria Franzoni è vera, la processano davvero». [Sta. 17/11/2005]. [Il Foglio 21/11/2005]