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 2005  novembre 03 Giovedì calendario

Stefano Lorenzi nei panni dell’assassino

• Secondo la difesa il killer di Samuele ha avuto cinque minuti e dieci secondi per uccidere senza essere visto. Per dimostrarlo è stato girato un video nel quale il padre della vittima interpreta l’assassino. Stefano Lorenzi «il papà del piccolo Samuele, è il solo attore ma tutt’attorno ci sono i registi: Giuseppe Gelsomino della Shadow detectives, consulente dell’avvocato Carlo Taormina, don Marco Borroncini, parroco di Ripoli Santa Cristina, il paesino emiliano in cui vive Annamaria Franzoni con la sua famiglia. E poi c’è Mario Lorenzi, il nonno di Samuele. Il film artigianale ha uno scopo preciso: per i detective deve dimostrare che il vero assassino ha potuto entrare e uscire dalla villetta senza essere visto da Annamaria o da altre persone, e che poteva in un primo momento appostarsi in un canalone dietro casa (...). Gli è costato molto interpretare quel ruolo, ammette lui stesso oggi, ma “l’ho fatto soltanto per arrivare alla verità. Sono disposto a tutto pur di arrivare alla verità. Ma certo, non è stato semplice”. Adesso il filmato, scaricato su dvd, è nelle mani della Corte d’assise d’appello di Torino (...). L’avvocato che difende la Franzoni, Carlo Taormina, è convinto che questo video sia importante soprattutto per stabilire i tempi di fuga dell’assassino e la sua possibilità di tenere sotto controllo casa Lorenzi. Stefano con un cappellino di lana grigio verde, giacca mimetica, jeans di colore grigio e scarpe marroni, sembra “proprio lui” perché assomiglia all’uomo che la difesa di Annamaria indica come il vero assassino. I vestiti che ha addosso il padre di Samuele spesso li porterebbe anche Mister X, pedinato per mesi dai detective assoldati dalla famiglia Lorenzi. Stefano finge la fuga. Corre giù per il sentiero rimanendo po’ rannicchiato: è dieci centimetri più alto di Mister X, eppure – la difesa non fa che ripeterlo – “nessuno lo vede”». [Cristina Marrone, Cds 17/11/2005]