30 gennaio 2002
Tags : 20020130 Il delitto di Cogne
Il delitto di Cogne minuto per minuto
• 5.30 Annamaria si sveglia bruscamente. Ha uno strano formicolio alle gambe. Non le passa. Si agita. Sveglia il marito. Lui prova a calmarla ma non riesce.
• 5.58 Alle 5.58 Lorenzi chiama il 118 («Mia moglie sta male»), per via di «dolori in tutto il corpo e mal di testa». Le mandano il medico del paese, la dottoressa Silvana Neri che va via dicendo che si tratta di «ansia e sintomi di influenza» [Corrias 2006]; «Non è niente di grave» [Foglio dei Fogli]; «Non aveva nulla di particolare. Era solo leggermente affaticata, un po’ ansiosa. Capita a tutti. La signora mi ha spiegato cosa si sentiva. Ho fatto i controlli di sempre: gola, respiro, battito cardiaco, pressione. Tutto normale» (ha raccontato Silvana Neri ai carabinieri). [Fabrizio Gatti, Cds 26/2/2002 – Secondo il Corriere della Sera la telefonata è avvenuta alle 5.48; secondo Lavorino 2006 la telefonata avviene alle 5.39]. I due si rimettono a letto per cercare di dormire ancora un’ora. [Vittorio Zincone, l’Europeo n.4 2004]
• 7.00 Stefano si alza e si prepara per andare a lavorare. La Franzoni si sente meglio e fa colazione con il marito. Indossa un pigiama azzurro con i topolini e gli zoccoli bianchi. [Corrias 2006]
• 7.30 Lorenzi esce per recarsi al lavoro (34 chilometri in macchina fino alle centrali elettriche di Inrod). La Franzoni sveglia e veste Davide, sposta nel proprio letto Samuele perché nervoso e piagnucolante («Sono andata a prenderlo, l’ho consolato e l’ho portato a dormire di sopra, nel lettone. Ho acceso il televisore perché credesse che rimanevo in casa» (Annamaria Franzoni). [Corrias 2006]) La Franzoni sostiene poi di essersi cambiata («maglia nera e pantaloni neri» [Vittorio Zincone, l’Europeo n.4. 2004]) verso le 8.10, si è infilata il giaccone ma non si è messa gli stivaletti neri perché aveva troppa fretta, è rimasta con gli zoccoli ai piedi. Il pigiama è sul letto. [Corrias 2006] Il piumone sul letto è bianco a fiori [Vittorio Zincone, L’Europeo n.4 2004] [Attenzione: la questione degli stivaletti resta un mistero: «La mamma di Samuele sostiene di averli avuti (gli zoccoli) ai piedi quando sono arrivati i soccorsi: per questo si sono macchiati. E di esserseli tolti su invito del medico di famiglia Ada Satragni. La dottoressa Satragni smentisce. Durante gli interrogatori, dice che Annamaria ha un paio di stivaletti neri sotto i pantaloni neri. E rivela di non averle mai detto di andare a cambiarsi», ndr]
• 7.30-8.16 In questo lasso di tempo qualcuno infligge 17 colpi, con un corpo contundente, nel capo del piccolo Samuele che si trova nella camera da letto dei genitori. [Corrias 2006]
• 8.16 La Franzoni esce di casa col figlio più grande, percorre i 250 metri che la separano dalla statale: il pullman della scuola arriva puntuale alle 8.20. Aiuta il figlio a salire e torna indietro tranquilla, il bavero alzato e le mani in tasca. [Corrias 2006]
• 8.24 Entra in camera da letto: sangue su tende, pareti, soffitto; Samuele, agonizzante sul materasso anch’esso inzuppato, completamente coperto da un piumone. L’autopsia stabilisce che è stato colpito per diciassette volte, per lo più sulla testa, con una roncola da innesti: mortali i primi due fendenti. [Corrias 2006]
• 8.27 Annamaria chiama la dottoressa Ada Satragni e le dice di correre perché a Samuele «è scoppiata la testa». [Corrias 2006] La telefonata dura 65 secondi. Poi spegne il televisore. [Lavorino 2002]
• 8.28 Annamaria chiama il 118 e grida anche a loro di correre: «Mio figlio vomita sangue». [Corrias 2006]
• 8.29 Annamaria chiama la Electrorhemes, dove lavora Stefano, parla con la segretaria, chiede di avvertire subito il marito ma «mi raccomando non dica a mio marito che Samuele è morto». [Corrias 2006]
• 8.30 Annamaria esce di casa gridando: «Aiutatemi! Samuele sta male!» (a vederla la vicina di casa Daniela Ferrod). [Corrias 2006] La Ferrod si avvicina a lei. [Lavorino 2002]
• 8.32 Annamaria è al telefono con il marito. [Lavorino 2002] Arriva la dottoressa Ada Satragni con il suocero. Entra in casa, prende il bambino e dice: «Annamaria cosa hai fatto?». Lo lava, gli tampona la fronte, lo stende sopra un cuscino, lo avvolge in una coperta e lo porta fuori in attesa dell’elicottero che sta decollando dall’aeroporto di Saint Christophe (Aosta) [Corrias 2006] che decolla alle 8.41 con tre persone a bordo: il medico Leonardo Iannizzi, il capo del soccorso alpino Ivano Bianchi e il pilota. [Lavorino 2006]
• 8.38 Annamaria dice alla sua vicina Daniela Ferrod di andare in casa per prendere l’alcool e il cotone. La Ferrod entra e torna con l’alcool ma senza il cotone. La Franzoni ribadisce la richiesta, la Ferrod rientra per prenderlo.
• 8.45 Annamaria rientra in casa per prepararsi per seguire il figlio in elicottero. Si toglie gli zoccoli e si mette gli stivaletti. Prende le chiavi che stavano nella serratura della porta e se le mette in tasca. [Lavorino 2002]
• 8.50 L’elicottero atterra a 600 metri dalla casa dei Lorenzi per far salire Alberto Enrietti ed Elmo Glarey.
• 8.51 L’elicottero atterra dai Lorenzi. Poggia un solo pattino al terreno. Il dottor Leonardo Iannizzi scende e prende tra le braccia Samuele che è ancora vivo: «Aveva il volto coperto di sangue, si lamentava, emetteva suoni, apriva e chiudeva gli occhi. Gemeva sommessamente, perdendo materiale cerebrale dall’orecchio sinistro, ma senza sanguinare dalla bocca». [Corrias 2006] Scendono anche Glarey, Enrietti e Bianchi. Ancora Iannizzi: «Il bambino si trovava poggiato a terra sopra al marciapiede antistante casa, sopra un cuscino avvolto da una coperta. La dottoressa Satragni al mio arrivo scopriva una ferita sulla fronte del bambino che aveva provveduto a tamponare. Sono rimasto sconvolto dalla lesione, questa aveva i bordi netti, era ampia e si vedeva materia cerebrale fuoriuscire. (…) Entravo allora in casa e raggiunta la camera da letto mi trovavo davanti una scena impressionante, vi erano spruzzi di sangue sulla parete del capezzale del letto che continuavano sul soffitto. Il letto stesso era ampiamente sporco nella zona centrale. Sullo stesso letto, lato destro entrando nella stanza, vi era una bacinella per i panni rotonda con all’interno dall’acqua rosa, sicuramente mischiata a sangue». [Lavorino 2002]
• 8.57 Arriva Stefano Lorenzi che abbraccia la moglie. Lei piange ma dopo un po’ dice, senza accorgersi che un carabiniere la sta ascoltando: «Facciamo un altro figlio? Mi aiuti a farne un altro» (più tardi lei negherà di avere detto la frase, ndr). [Corrias 2006]
• 9.03 Iannizzi dice a Glarey di chiamare i carabinieri. [Lavorino 2002]
• 9.04 Glarey chiama dal suo cellulare i carabinieri di Cogne. [Lavorino 2002]
• 9.06 Il comandante dei carabinieri di Cogne allerta la centrale operativa di Aosta. [Lavorino 2002]
• 9.19 Samuele è caricato sull’elicottero che non è potuto atterrare per via del terreno scosceso, è librato a un metro e mezzo da terra. Annamaria e Stefano chiedono di salire ma glielo impediscono: è troppo pericoloso. [Lavorino 2002] Decidono di andare all’ospedale in macchina. La Franzoni consegna le chiavi di casa alla Ferrod perché la dottoressa Satragni ha dimenticato le borse all’interno. La Satragni accompagnata da Vito Peret entra in casa e si lava le mani in bagno. Dalla dichiarazione di Vito Perret, guardia forestale in pensione che con la moglie abita nello chalet proprio sopra la casa della famiglia Lorenzi: «Sono entrato nuovamente nella camera da letto dopo la partenza dell’elicottero, insieme alla Satragni perché la dottoressa mi chiedeva se l’accompagnavo a riprendere la propria borsa che aveva lasciato in camera da letto. Io entravo nella casa dall’ingresso principale e cioè quello sito al primo piano dello stabile, quindi unitamente alla dottoressa sono sceso in camera da letto e a quel punto il sanitario prelevava una borsa che conteneva medicinale l’altra che conteneva materiale da Pronto soccorso. (…) Ricordo che la dottoressa si è fermata in bagno sito vicino la camera da letto dove è stato trovato il bambino per lavarsi le mani». [Lavorino 2002]
• 9.55 Samuele è morto. Ha smesso di respirare sulla lettiga che lo portava dal Pronto soccorso alla sala operatoria. [Corrias 2006]. Cause della morte identificate dal medico legale prof. Viglino: «Grave trauma cranico-encefalico con sfacelo traumatico della regione fronto-temporoparietale dell’ovoide cranico; diciassette ferite lacero-contuse al capo, distribuite in regione fronte-parietale bilateralmente, ferite di natura da punta e taglio in regione frontale destra e regione frontale-orbitaria sn e regione parietale ds e sn, con sottostanti sfondamenti ossei e pluriframmentazioni ed affossamento delle ossa frontale e parietale ds e sn, con perdita di sostanza parenchimale cerebrale». [Lavorino 2002]
• 10.00 I carabinieri sigillano la casa. I Lorenzi andranno a dormire al residence Le cascate di Lillaz. [Lavorino 2002]
• «Mi trovavo a Bologna, sono saltato in auto e ho pensato: è stata lei... Sì, ha capito bene. Ho pensato che fosse stata mia nuora, Annamaria, a ucciderlo» (Mario Lorenzi, suocero di Annamaria a Ilaria Cavo). [Ilaria Cavo, La chiamavano Bimba, Mondadori, Milano 2007]