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 2004  settembre 16 Giovedì calendario

Il matrimonio di Robert McNamara e Diana Masieri

Testo tratto da Laura Laurenzi, Il giorno più bello,
Rizzoli, Milano, 2008


Assisi, 16 settembre 2004, giovedì

[…] Robert McNamara, l’implacabile segretario alla difesa di Kennedy e poi di Johnson, lo stratega della sporca guerra, ha scelto Assisi, capitale mondiale della pace, per sposarsi. […] A 88 anni è alto, energico, il passo ancora elastico, lo sguardo fiero dietro gli occhiali di metallo […].

[…] È venuto a promettere amore eterno alla sua settantenne sposa italoamericana in francescana povertà e spirituale ascesi. Non in una chiesa qualsiasi, ma nella basilica Inferiore consacrata al Poverello d’Assisi […].
Una cerimonia rigorosamente a porte chiuse, brevissima, scarna, senza nessun parente, nessun amico, nemmeno i testimoni, che vengono scelti all’ultimo momento, a caso, tra i quarantacinque frati di diciotto nazionalità diverse che vivono chiusi nel convento. […] La lettura l’ha scelta personalmente McNamara, dimostrandosi un buon conoscitore delle sacre scritture. La Lettera di san Paolo ai Corinzi sulla forza dell’amore: […].
Per queste nozze è stata necessaria una speciale dispensa: lo sposo infatti è protestante. […] Un vero privilegio potersi giurare amore eterno nella cappella privata delle Reliquie, che per un’ora stamattina viene chiusa a visitatori e fedeli. Tre mazzi di rose bianche, per il resto sobrietà assoluta ha chiesto McNamara, che è al suo sesto pellegrinaggio ad Assisi. […] Seduti davanti all’altare di pietra grezza gli sposi sono circondati dalle più importanti reliquie del santo […].

Si recita la preghiera francescana davanti al crocifisso di San Damiano […]. Il rito è officiato in lingua inglese dal direttore della Biblioteca, padre Pasquale Magro, originario di Malta. I due frati chiamati a fare i testimoni sono un indiano e un romeno. Brani di musica sacra «non scontata, non tradizionale» secondo il suggerimento degli sposi: sonate per flauto e organo di Benedetto Marcello, di Schubert e di Schumann. «Un rito meraviglioso, molto toccante, fatto con il cuore, a differenza di quello soltanto civile, che è burocratico e freddo», commenta McNamara. «È una grande emozione per me essere qui, nella città della pace. Sento un’atmosfera speciale in questa città santa».

È stato lui a scegliere e a volere fortemente Assisi per le sue nozze. Vedovo dall’81 della donna con cui si era fidanzato a 17 anni e dalla quale ha avuto tre figli, aveva promesso alla moglie malata che non si sarebbe più risposato. Più lui glielo ripeteva, più Margaret, sul letto di morte, insisteva perché lui le giurasse il contrario: una volta rimasto solo, si sarebbe dovuto sposare di nuovo. McNamara ha resistito ventitré anni, fedele alla memoria della prima moglie […]. Poi ha capitolato di fronte al fascino e alla classe di Diana Masieri, nata in Friuli ma vissuta quasi sempre negli Stati Uniti, anche lei vedova - suo marito lavorava per l’Oss, il servizio segreto da cui è nata la Cia -, una signora molto sportiva, campionessa di equitazione e di tennis, nonché pilota di rally.

Si sono conosciuti quattro anni or sono in casa di amici comuni. Qualche mese fa McNamara ha preso il discorso molto alla larga: «Se noi ci sposassimo... non è che ti sto chiedendo di sposarmi... ma quando ci potremmo sposare? E che ne diresti, dovendoci sposare, se ci sposassimo ad Assisi?». Lei ha accettato senza esitare: «Ho detto di sì, perché sono cattolica, perché ho settant’anni, perché sono all’antica. Mi concentrerò su di lui: voglio renderlo felice. Non credo che sia stato molto felice in questi ultimi anni».

L’amore non ha età. Nella penombra spoglia della cappella si sono commossi tutti e due. Non ci sono foto, non ci sono spettatori. […] Diana […] è alta, asciutta, capelli scuri dai riflessi ramati, porta un tailleur pantaloni beige di ottimo taglio, un elegante filo di perle, in mano ha un poco nuziale velo di pizzo nero. Fa da interprete al marito […].

Niente festeggiamenti, niente agape nuziale offerta dai frati, niente pioggia di riso e niente confetti. E anche l’addio al celibato, ieri sera, è stato anomalo: i due sposi l’hanno celebrato insieme, da soli; un romantico tête-à-tête a lume di candela nel ristorante dell’hotel Subasio, a un passo dalla basilica, dove alla coppia è stata assegnata la stanza più panoramica, la numero 25. Hanno mangiato a un tavolo un po’ appartato, vicino alla grande vetrata che si affaccia sulla valle. […] Eccoli ora, a rito avvenuto, nel sole della piazza. Si tengono per mano e dal modo in cui si guardano sembrano innamorati davvero. […] Poi saluta, fa un piccolo inchino col capo, sorride e si allontana con la moglie, mano nella mano, allungando il passo su per la salita medievale […].
Laura Laurenzi