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 2012  ottobre 26 Venerdì calendario

Sette, 26 ottobre 2012 Kinshasa 30 ottobre 1974, Kinshasa, capitale dello Zaire. Lo stadio è pieno, centomila spettatori aspettano l’inizio dell’incontro di boxe che stabilirà il nuovo campione mondiale dei pesi massimi

Sette, 26 ottobre 2012

Kinshasa 30 ottobre 1974, Kinshasa, capitale dello Zaire. Lo stadio è pieno, centomila spettatori aspettano l’inizio dell’incontro di boxe che stabilirà il nuovo campione mondiale dei pesi massimi. Sono le 4 del mattino, l’orario è stato scelto per permettere agli americani di godersi lo spettacolo quando negli States sono le dieci di sera. Sul ring ci sono George Foreman e Muhammad Alì.

Alì Muhammad Alì è il nome di Cassius Clay da quando il pugile si è convertito all’Islam (1964). Ex campione del mondo, ha perso il titolo ai punti nel 1971 contro Joe Frazier. Nel 1966 si è rifiutato di partire per il Vietnam perché «nessun Viet Cong mi ha chiamato “sporco negro”. Perché dovrei combattere contro di loro. Non mi hanno fatto niente». È stato condannato a 5 anni di carcere e 10.000 dollari di multa.

Tutto «Alì fu un bellissimo esempio di macchina da combattimento. Era bello, sapeva parlare, era divertente, carismatico e, in più, spaccava tutto» (Spike Lee).

Foreman George Foreman è il campione in carica. Il suo pugno ha una potenza sovrumana. quando colpisce il sacco, in allenamento, lascia un buco. Ha vinto il titolo mandando k.o. Joe Frazier, ha distrutto Ken Norton in soli due round.

Finito «Credo che Muhammad Alì sia finito perché in tutta onestà, non credo che possa battere Foreman. Tutto è possibile. Ma contro George Foreman? Così giovane, così forte, così coraggioso? Contro Foreman che spazza via tutti i pugili, in meno di tre round? A mio avviso è molto improbabile. Dopo questo incontro credo che Alì si ritirerà. E negli anni a venire mi ricorderò di lui come di un grande pugile strambo, originale, simpatico e affascinante. A volte crudele, a volte dolce» (Howard Cosell, Abc Sports).

Asino «Howard Cosell, hai detto a tutti che non ho chance. Che non mi resta che pregare. Beh, io prego per un miracolo. Perché se mai si avverasse con George Foreman crollerebbero anche le montagne. Non fai che dire “Muhammad non sei più lo stesso di dieci anni fa! Io ho parlato con tua moglie e mi ha detto che non più lo stesso di due anni fa. Tutti devono sapere che hai una parrucca fatta di peli di asino!» (Ali in risposta a Cosell).

Stampa La stampa, che dà Ali perdente al 5-6 round al massimo.

Africa L’incontro di svolge nello Zaire perché il presidente, Mobutu, ha offerto il cachet più alto: dieci milioni di dollari (5 per Foreman, 5 per Alì). Tutti tifano per Alì. Lo conoscono come pugile, ma soprattutto per le sue idee. Nessuno sa chi sia George Foreman, gli africani pensano sia bianco. quando scende dall’aereo, sono stupiti dal colore della sua pelle, e offesi, perché porta con sé un pastore tedesco, come i cani-poliziotto usati dai belgi durante l’occupazione.

Uccidilo “Alì, boma ye” (Ali, uccidilo)

Primo round Al primo round Alì colpisce Foreman con tredici destri. Non sono colpi qualsiasi. Si chiamano jab e per sferrarli bisogna lasciare scoperta la guardia. Negli ultimi due anni  nessuno ha azzardato un colpo simile a Foreman. Per un campione è un insulto. È come dire, sei così lento che ti si può colpire in uesto modo.

Veloce «quando verrà in Africa, per lui sarà la fine. Me lo mangerò in un boccone. Sono troppo veloce per lui! Troppo veloce! Manderò in pensione il campione del mondo dei pesi massimi. Se il mondo si è stupido quando Nixon si è dimesso lo sarà di più quando metterò k.o. Foreman»

Secondo round Foreman sa che Alì vuole ballare. Lo ha annunciato da mesi: «Come potrà Foreman avvicinarsi a me? Io ballerò. Ballerò e ballerò. Diventerà matto per riuscire a toccarmi». Ma Foreman si è allenato a tenere il centro del ring. E lo incolla alle corde. Alì non riesce ad uscire. Molti pensano che l’incontro sia finito ui. Invece va avanti. Terzo round, quarto, quinto.

Insulti Alì, che mentre sta alla corda a subire colpi su colpi inizia ad insultare Foreman, a voce bassa: «George, mi deludi. Picchi più piano del solito. Non pesti abbastanza. Così mi accarezzi, non mi fai niente».

K.O. A metà del quinto round Foreman è sfinito. Non ce la fa più. Alì si riprende. All’ottavo round sferra il pugno finale. Guarda Foreman cadere a terra. Ha vinto per k.o.

Poveri «Io non combatto per il mio prestigio ma per migliorare la vita dei miei fratelli più poveri che vivono per strada in America.  I neri che vivono di sussidi, che non hanno da mangiare, che non hanno coscienza di se stessi, che non hanno futuro»

Lucrezia Dell’Arti