Cinquantamila.it La storia raccontata da Giorgio Dell'Arti

• Al Palazzetto dello Sport di Roma, Vincenzo Cantatore è sconfitto ai punti (verdetto non unanime) da Johnny Nelson in un match con in palio il titolo mondiale dei massimi leggeri (Wbo). Per cinque-sei riprese il pugile romano pare quasi bloccato ed incapace di doppiare i colpi contro un avversario strafottente che boxa a guardia bassa e prende il margine che sarà poi decisivo. Dal settimo round, dopo un paio di scambi ravvicinati che potevano costargli caro, Cantatore prende coraggio, nel 9° riesce a mandare giù e far contare Nelson, nell’11°, dopo essersi aperto il campo con un diretto sinistro, porta una serie di colpi che fanno sperare nel ko. Poi il verdetto che scatena i fischi del pubblico: due giudici (entrambi americani) per Nelson (116-111 e 115-112) uno (il tedesco) per Cantatore (115-112). Sceso dal ring, il pugile romano urla al microfono: «Vado a casa sicuro di avere vinto. Mi hanno rubato il match: è la mafia del pugilato». Tra il pubblico: il cantautore Antonello Venditti, il pilota di Formula 1 Giancarlo Fisichella, il ministro Gianni Alemanno, il prefetto Achille Serra. [Roberto Stracca, CdS 27/11/2005]