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 2012  ottobre 11 Giovedì calendario

Lombardia, arrestato assessore: comprati voti dalla ’ndrangheta

• L’assessore della Regione Lombardia alla Casa, Domenico Zambetti, 60 anni, è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di aver comprato un pacchetto di 4 mila preferenze, decisivo per la sua elezione con 11.217 voti nelle Regionali 2010, pagando 200 mila euro a due colletti bianchi della ’ndrangheta: un esponente della cosca Morabito-Bruzzaniti di Africo (Giuseppe D’Agostino, condannato per traffico di droga nell’inchiesta sull’Ortomercato) e un referente del clan Mancuso di Limbadi, il gestore di negozi compro-oro Costantino Eugenio: un tandem che avrebbe pescato anche nel portafoglio di preferenze gestito da Ambrogio Crespi, fratello di Luigi, l’ex sondaggista di Berlusconi condannato per la bancarotta Hdc. «Devastante che la democrazia sia inquinata», ha commentato il pm Boccassini. «L’accusa è grave ma riguarda Zambetti», ha minimizzato Formigoni, «o è un abbaglio dei magistrati o ci ha tradito». Scrive Ferrarella sul Cds: «Nell’arrestare altri venti indagati dell’ala militare, il gip Alessandro Santangelo contesta a Zambetti “scambio elettorale politico-mafioso”, “concorso esterno in associazione mafiosa” (anche all’arrestato Crespi) e “corruzione” aggravata dall’aver agevolato i clan: un’intercettazione ambientale, disposta dal pm Giuseppe D’Amico nell’auto dei due ’ndranghetisti usciti da un incontro il 15 marzo 2011 con l’assessore, registra un pagamento di 30 mila euro da parte del politico, che avrebbe anche fatto assumere la figlia di uno dei due ’ndranghetisti all’Aler, l’ente case popolari, e promesso di indirizzare lavori a coop e ditte dei clan. Che con telefonate e lettere intimidatorie, foto e registrazioni, in fasi altalenanti del rapporto con il politico contavano di richiamarlo all’ordine (“ce l’abbiamo in pugno”), pena un traumatico “rimpasto degli accordi”».

• Domenico Zambetti, detto Mimmo, 60 anni, politico di lungo corso, ex democristiano, ex Udc, ex assessore provinciale e infine approdato nelle file del Pdl. [Colonnello, Sta]

• Sul Cds racconta Ferrarella: «È il 15 marzo 2011 quando i carabinieri fotografano Eugenio Costantino, colletto bianco della cosca Mancuso, che entra nel Centro culturale milanese dell’assessore alla Casa della giunta Formigoni, incontra appunto il pdl Domenico Zambetti, esce con un pacchetto, entra in auto, conta il denaro e racconta ai complici (e al pm Giuseppe D’Amico, non sapendo che l’auto è diventata un enorme microfono) la storia dei 4.000 voti comprati alle elezioni regionali 2010, sottostante il pagamento da parte del politico della rata da 30.000 euro di cui si sente il fruscìo. “Cirù conta questi soldi, devono essere 30....togline 15...sono tutti da cento. Zambettino, Zambettino le corna sue... All’inizio si è fatto un po’ i cazzi suoi, adesso ha pagato, eh”. “Quanto gli è costato a lui?”, chiede il complice. “Togli questi 30.000... gli sarà costata 200.000 euro... Ma tu lo hai capito che gli hai dato 3.000/3.500 voti, nel mio piccolo io sinceramente li meritavo 100.000 euro, nel mio piccolo io nel Magentino gli ho fatto dare 700/800 voti, ma stiamo scherzando... Lui grazie a questi spiccioli è stato eletto, altrimenti chi lo eleggeva? Sai quanto prendeva lui? 6/7.000 voti. Invece ne ha presi 11.500, giusto i quasi 4.000 voti (di distacco dal primo dei non eletti, ndr) arrivatigli da questa gente”».