Rassegna, 10 ottobre 2012
Berlusconi fa un passo indietro e apre a Monti
• Parlando di sé in terza persona, in diretta a Mattino 5, ieri mattina Berlusconi ha annunciato: «Silvio Berlusconi da sempre afferma e ha affermato che è pronto a un passo indietro per favorire una nuova alleanza tra i moderati». Il Cavaliere lancia un appello a ampio raggio: «A tutti i moderati che rappresentano la maggioranza degli italiani e non si riconoscono nella sinistra, guidata dalla Cgil, dalla Fiom e da Vendola. Un appello ai leader e ai piccoli leader in campo, a Casini, a Italia Futura, a Sgarbi, a Tremonti, alla Lega». Alla domanda di Maurizio Belpietro se l’attuale premier possa essere il presidente del Consiglio dei moderati, Berlusconi risponde così: «Non escludo che possa essere Monti, il quale è sempre stato nel campo dei liberali e dei moderati. Potrebbe essere lui, ma ci sono anche altri nomi che possono essere condivisi». Palazzo Chigi tace. Le reazione dei futuri, possibili, alleati, sono tiepide. Casini non si sbilancia e non replica neanche alle parole del Cavaliere. Il quale non ha gradito l’accusa di cambiar parere troppo spesso: «Io non ho mai effettuato giravolte nella mia vita privata, da imprenditore e in politica. Non vedo come Casini possa permettersi un’espressione così infelice e lontana dalla verità». [Trocino, Cds]
• Rivela Brambilla sulla Stampa che Berlusconi «qualche settimana fa ha confidato a uno degli uomini più importanti del suo ultimo governo che avrebbe gettato la spugna. A convincerlo, un sondaggio che lo dava non solo perdente – la sconfitta era da mettere in conto – ma addirittura terzo dopo Bersani e Grillo. E uno come lui può anche accettare una sconfitta: ma la medaglia di bronzo, mai. (…) Ieri, ad Arcore, Silvio Berlusconi ha pranzato con i figli. L’uomo è imprevedibile e può darsi che a dicembre cambi tutto e decida di tornare in prima linea, a costo di “cercar la bella morte”. Ma per ora prevale l’idea che sia meglio lasciare almeno il ricordo di un Berlusconi che abbandona la politica, magari a Monti, per il bene dell’Italia. Sarà comunque lui, e solo lui, a decidere. Lui l’uomo, non il politico. Un uomo che sta facendo i conti con la propria vita».
• Secondo Verderami (Cds) «con il suo endorsement a favore del presidente del Consiglio, Berlusconi ha trasformato le prossime elezioni in un referendum pro o contro Monti, tagliando un nodo che non poteva sciogliere, dato che il Professore non può né vuole trasformarsi da premier super partes nel capo di una parte. Solo così può essere risolto il paradosso di un candidato che non c’è e che però resta il più accreditato successore di se stesso a Palazzo Chigi, per tutta una serie di fattori interni e internazionali».
• In un Pdl turbato dai sondaggi, che in qualche caso lo danno più vicino al 15 che al 20 (perfino meno nel Lazio), è un tutti contro tutti. I moderati plaudono alla scelta di Berlusconi di fare un passo indietro, da Gelmini a Frattini a Quagliariello. Altri invocano le primarie. La Santanché già si candida. Crosetto accende la miccia: «Via Fiorito, ma anche Scajola». Scatenando il contrattacco degli uomini dell’ex ministro. Oggi Berlusconi torna a Roma e a riunire lo stato maggiore. [Lopapa, Rep]