Rassegna, 10 ottobre 2012
Ecco la legge di stabilità da 11,6 miliardi
• Il Consiglio dei ministri ha approvato la legge di bilancio per garantire il pareggio nel 2013. Previsti interventi compensativi per una dozzina di miliardi di euro, e senza correzioni nette sugli andamenti della finanza pubblica. Le misure della Legge di Stabilità serviranno a dimezzare l’impatto dell’aumento Iva, che salirà di un punto invece che due, a ridurre di un punto le prime due aliquote Irpef, e a trovare risorse per rifinanziare gli sgravi fiscali sulla quota di salario legata alla produttività e a coprire alcune spese emergenziali. [Sensini, Cds] Ci sarà anche una riduzione dell’Irpef nella fascia bassa: un punto in meno nelle aliquote del 23 e del 27% per un alleggerimento complessivo di circa 5 miliardi di euro che partirà dal 2013. Per compensare il taglio fiscale il governo sarà costretto ad aumentare l’Iva ma di un solo punto al posto di due che scatterà dal 30 giugno. Spiega poi Bagnoli (Cds): «Nella zona sacrifici arriva una nuova stangata sulle Regioni (i tagli passano da uno a due miliardi) e un disboscamento delle deduzioni e detrazioni nella giungla delle agevolazioni fiscali. E via libera anche alla Tobin Tax, l’imposta sulle transazioni finanziarie, in linea con quanto deciso dai ministri europei delle Finanze riuniti a Lussemburgo. Ma se ne parlerà nel 2014. La manovra triennale nella legge di stabilità 2013 aumenterebbe di peso arrivando a circa 12 miliardi di euro rispetto ai 10 di cui si è parlato fino a ieri. Dentro il pacchetto ci sarebbero anche 1,5 miliardi di ulteriori sforbiciate alle spese sanitarie, la conferma del blocco dei contratti del pubblico impiego fino al 2014 e lo stop all’indennità di vacanza contrattuale. Per sostenere l’economia reale il governo rimetterebbe in campo la detassazione al 10% degli aumenti salariali legati alla produttività stanziando 1,6 miliardi di euro. E il pagamento dei debiti (futuri) della pubblica amministrazione alle imprese private entro 30 giorni come chiede da tempo una direttiva europea. Per l’Imu sugli immobili della Chiesa e degli enti non profit (nelle loro attività commerciali) il governo ieri ha deciso – dopo la bocciatura del Consiglio di Stato – di adottare una legge al posto del regolamento: si pagherà dal 2013».
• Scrive Barbera sulla Stampa che la bozza contiene il divieto allo Stato di acquistare nuovi immobili e auto, un piano per ridurre i consumi di luce nelle città, norme per abbattere i costi delle intercettazioni, un taglio (trenta milioni l’anno) ai contributi concessi ai patronati. Non mancano le spese: il finanziamento della Tav Torino-Lione, per i lavori Anas, 300 milioni per chiudere il dossier del ponte di Messina. C’è una norma che riduce le multe minime in caso di sciopero fuori delle regole, un’altra restituisce a Equitalia la riscossione delle multe sulle quote latte. C’è poi la conferma del contributo di solidarietà del 5 e 10% per gli stipendi sopra i 90 e 150 mila euro.
• Dall’Imu per gli immobili della Chiesa le casse pubbliche ne ricaveranno 600 milioni di euro e l’Italia scongiurerà le sanzioni di Bruxelles per violazione della concorrenza attraverso aiuti di Stato sotto forma di esenzioni. Lo scrive Galeazzi sulla Stampa.