Rassegna, 5 ottobre 2012
Fiorito al gip: «Ho preso quello che mi spettava»
• Interrogato dal gip a Regina Coeli, Franco Fiorito ha confermato che tutti i suoi colleghi utilizzavano il denaro anche per spese personali. E ha tentato di rilanciare. La spartizione dei fondi della Regione Lazio «avvenne grazie a un accordo tra il presidente del Consiglio regionale Mario Abbruzzese e tutti i gruppi che poi decidevano come spendere i soldi». Mentre il giudice ha ordinato il sequestro della sua villa al Circeo, delle auto di grossa cilindrata (che saranno usate dalla Finanza) e dei conti correnti, lui si è concentrato su quella «doppia» e addirittura «tripla indennità» che si era attribuito quando aveva anche l’incarico di presidente della Commissione bilancio e di tesoriere. E ha dichiarato: «Anche negli altri gruppi si faceva così». [Sarzanini, Cds]
• Scrive poi la Longo sulla Sta che Fiorito ha coinvolto, oltre all’ex presidente del consiglio regionale Mario Abbruzzese e l’ex governatrice Renata Polverini, anche tutti i capigruppo. I primi due sono chiamati in causa per «la strategia studiata a tavolino a e concordata a voce affinché non risultasse niente di scritto nel bilancio: si attingeva dalle voci manutenzione, telefonia e comunicazione». Anche la Polverini, quindi «non poteva non sapere di come veniva suddiviso il denaro. Non solo perché era lei stessa una consigliera regionale, ma perché uno della sua squadra, Gianfranco Gatti, sedeva nell’ufficio di presidenza del consiglio regionale». Gatti ricopriva l’incarico di «consigliere segretario» insieme a Isabella Rauti (Pdl, moglie del sindaco di Roma Gianni Alemanno) e Claudio Bucci (Idv). Oltre al presidente del consiglio regionale Mario Abbruzzese sedevano i due vice presidenti Raffaele D’Ambrosie (Udc) e Bruno Astorre (Pd). Nel corso dell’atto istruttorio a Regina Coeli, er Batman di Anagni, ribadisce quanto sostenuto davanti al procuratore aggiunto Alberto Caperna e al sostituto.