Rassegna, 4 ottobre 2012
Crollo del rial, scontri e arresti a Teheran
• Per salvare il rail in caduta libera, come ultima misura il governo iraniano ha deciso di manganellare i cambiavalute e gli speculatori. Ma non è servito e ieri a Teheran ci sono state pubbliche proteste come non se ne vedevano dalla rielezione (2009) di Ahmadinejad alla presidenza: sassaiole, lacrimogeni, arresti, slogan furiosi. Da lunedì, i generi alimentari sono cresciuti dal 10 (riso) al 30% (omogeneizzati), le tariffe dei taxi sono raddoppiate, i cellulari costano tre volte più. La contestazione è cominciata con gli universitari, ai quali vengono tagliate le borse di studio, ed è esplosa ieri mattina con la serrata del Bazar, quello che fu il motore della rivoluzione 1979. La Borsa ha sospeso tutte le transazioni, il rial resta all’insopportabile quota 34.000 sulla valuta Usa, il 50% in più della settimana scorsa. [Battistini, Cds]
• Fa notare Stabile sulla Sta che per molti analisti, oltre alle sanzioni, il crollo del rial è dovuto alla politica monetaria spregiudicata di Ahmadinejad, «che ha stampato cartamoneta come un pazzo per rilanciare l’economia». La massa monetaria è cresciuta del 600%, la solita scorciatoia populista dagli effetti nefasti: inflazione (almeno al 20%) e svalutazione.