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 2012  ottobre 04 Giovedì calendario

Venti di guerra tra Siria e Turchia. Riunione Nato

• Lampi di guerra tra Turchia e Siria. Nella serata di ieri e nella notte l’artiglieria turca ha aperto il fuoco verso «obiettivi siriani individuati dai radar», in risposta ai colpi di mortaio lanciati dalla Siria sulla cittadina turca di Akcakale che nel tardo pomeriggio avevano causato la morte di cinque persone (pare una mamma, i suoi tre bambini e un’altra donna). Su richiesta di Ankara – che ha invocato l’articolo 4 dell’Alleanza secondo cui ogni membro può convocare un incontro di consultazione quando ritiene che la sua sicurezza o indipendenza siano minacciate – già ieri sera c’è stata una riunione d’emergenza dei Paesi Nato. Da Bruxelles è arrivato un comunicato di solidarietà all’alleato turco e un richiamo a Damasco a «porre fine alle sue flagranti violazioni del diritto internazionale». [Cremonesi, Cds]

• Spiega Zatterin (Sta): «Il quinto articolo del Trattato Atlantico afferma che “un attacco armato nei confronti di uno o più partner in Europa o Nord America debba essere considerato come un attacco contro tutti” e, conseguentemente, stabilisce che “qualora si verificasse un simile attacco, ognuno di loro, esercitando il diritto individuale e collettivo di difesa stabilita dall’articolo 51 della carta delle Nazioni Unite, assistere la parte o le parti attaccate”. In altre parole, se la Turchia – che è socio della Nato ma non dell’Unione europea – viene aggredita dalla Siria, la Nato è per diritto autorizzata a intervenire contro Damasco. Possibile? Il protocollo prevede che ci sia un voto degli ambasciatori. In questo caso spetterebbe ai turchi chiederlo e il fatto verrebbe reso noto solo in caso di delibera positiva. In caso di richiesta e di esito negativo, argomenta un osservatore diplomatico, la Nato potrebbe comunque decidere di aiutare i turchi con l’invio di mezzi militari per il controllo delle frontiere».

• Ricorda sul Cds Cremonesi che «non è la prima volta dall’inizio delle rivolte in Siria che i rapporti con la Turchia rischiano di sfociare nel conflitto aperto. La repressione voluta da Bashar Assad sin dalle prime sommosse, oltre 18 mesi fa, ha guastato i suoi buoni rapporti anche personali con il premier turco Tayyp Erdogan. L’estate 2011 la Turchia scelse di dare rifugio ai militari siriani disertori e passati ai ranghi dell’Esercito Siriano Libero e accolse i profughi civili fuggiti verso i confini settentrionali. Dalla Turchia sono anche cominciati ad arrivare i primi aiuti militari alle brigate ribelli. Il bombardamento di un campo profughi nella zona di Antakia l’inverno scorso aveva visto Ankara flettere i muscoli e chiedere a gran voce il sostegno Nato per la creazione di corridoi umanitari e persino una no fly zone a ridosso del confine internazionale. Quest’anno a giugno la crisi ha toccato un altro zenit quando l’antiaerea siriana ha abbattuto un caccia turco nel tratto di mare al largo delle regioni alauite di Latakia. A peggiorare le tensioni gli aiuti forniti dal regime di Assad alla milizia curda del Pkk, nemico storico dello Stato turco».