Rassegna, 3 ottobre 2012
Fiorito, le ricevute nel tritacarte
• La Longo (Sta) sulle accuse a Fiorito: «Le “dichiarazioni” con cui Franco Fiorito giustifica le sue ruberie sono a dir poco stralunate e “incredibili”, connotate da “un’inappagata e spregiudicata sete di arricchimento personale”, come scrive il gip Stefano Aprile nella sua ordinanza di arresto, su richiesta del procuratore aggiunto Alberto Caperna e il sostituto Alberto Pioletti. Dal “pagamento in contanti di 200 mila euro” per completare l’acquisto della villa al Circeo, “il cui costo complessivo sull’atto notarile risulta di 600 mila ma in realtà fu di 800 mila euro, come dimostrano le quietanze firmate dalla venditrice”, spiegato come “frutto del risarcimento ottenuto da mio padre a seguito di una causa di lavoro intentata alla Browing Winchester di cui era dirigente”. Alla spesa di 2 mila e 623 euro in “accessori per bagno impiegati nella sede del partito di Anagni e Frosinone e stoffa per le tende da apporre nelle medesime sedi“ e al “triplo versamento mensile di 4.190 euro, per il cumulo di indennità del ruolo di capogruppo e presidente di commissione bilancio oltre a quello di consigliere”. Tutto falso. Tutto smentito da documenti e testimonianze raccolte dal Nucleo valutario della guardia di Finanza. Senza tralasciare la distruzione di prove contro di lui: nella casa di Fiorito in via Micheli “sono stati rinvenuti frammenti di fatture nel tritacarte e nella pattumiera”».