Rassegna, 3 ottobre 2012
Il maggiordomo del Papa: «Maltrattato in cella»
• Gabriele ha anche parlato di una cella minuscola. E di una permanenza qui di «una ventina di giorni», come ha sottolineato il suo legale. «Forse neanche», ha replicato il pubblico ministero, il promotore di giustizia Nicola Picardi, spiegando di aver poi provveduto a organizzare una cella «più ampia». L’ex addetto di camera, sempre su domanda del suo avvocato, ha sottolineato di essere rimasto per i primi 15-20 giorni con la luce accesa 24 ore su 24. «Questo mi ha anche causato un abbassamento della vista». Gli è stato chiesto se avesse subito pressioni di carattere psicologico. «La prima notte sì – ha risposto – mi è stato anche negato il cuscino». Il presidente del tribunale, il giudice Giuseppe Dalla Torre ha indicato a questo punto all’avvocato difensore di «presentare una denuncia a parte», invitando il promotore di giustizia ad aprire un fascicolo per accertare eventuali «abusi». Immediata la replica del portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, che ha parlato di condizioni invece «molto umane». «Anche la cella più piccola in cui è stato inizialmente detenuto rispetta gli standard internazionali cui il Vaticano aderisce». [Ansaldo, Rep]
• Ieri è stato sentito come teste anche monsignor Georg Gaenswein, che ha detto: «Tutto è nato da due lettere originali che compaiono nel libro Sua Santità, una del giornalista Bruno Vespa indirizzata a me e una di un direttore di banca milanese anche indirizzata a me, mai uscite dal mio ufficio. C’era anche un appunto di padre Lombardi sul caso di Emanuela Orlandi». Lì padre Georg ha capito, e ha denunciato il comportamento di Paolo Gabriele davanti a tutta la Famiglia pontificia riunita. [Ansaldo, Rep]