Rassegna, 3 ottobre 2012
Vatileaks, Gabriele: «Sono innocente ma ho tradito il Papa»
• Nella seconda udienza del processo in Vaticano sui documenti segreti trafugati, Paolo Gabriele si è dichiarato «innocente» di fronte all’accusa di furto aggravato nei confronti di Benedetto XVI: «Mi sento colpevole per aver tradito la fiducia che aveva riposto in me il Santo Padre, che io sento di amare come un figlio». L’ex maggiordomo del Papa ha poi chiamato in causa altri personaggi: «Ho avuto molti contatti e confidenze». I nominativi sono quelli dei cardinali Paolo Sardi e Angelo Comastri, del vescovo Francesco Cavina (ora alla diocesi di Carpi ma in precedenza alla Segreteria di Stato), e persone in passato molto vicine al Papa come l’ex segretaria Ingrid Stampa. Poi ha detto di avere raccolto informazioni sulla Gendarmeria dal minutante Vincenzo Mauriello e da Luca Catano, membro della confraternita dei santi Pietro e Paolo, presentatogli dall’amico del liceo, Enzo Vangeli, e che gli era sembrato «molto addentro» all’organismo. Gabriele ha però contestato di essere stato suggestionato dalle persone citate, e che si potesse parlare di una «collaborazione». «Anche perché dovrei fare altri nomi», ha spiegato. [Ansaldo, Rep]
• Racconta Alvarez (Sta): «Paolo Gabriele è entrato sei minuti prima delle nove del mattino nell’aula del tribunale, in Piazza Santa Marta. Abito grigio e cravatta blu. Ha salutato con un cenno i presenti e con un sorriso il suo legale, Cristiana Arru. Sul soffitto, quattro angeli vegliavano al centro della sala proprio nel punto dove, qualche metro sotto, una sedia marrone attendeva i testimoni. Ieri ne sono stati ascoltati cinque. Paolo Gabriele è stato il primo. Poi, in ordine cronologico, il gendarme Giuseppe Pesce; la consacrata Memores Domini e ausiliare domestica del Papa, Cristina Cernetti; il segretario privato del pontefice, Georg Gänswein; e il superiore della Gendarmeria, Costanzo Alessandrini».