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 2012  ottobre 02 Martedì calendario

Corruzione, scontro sulla norma salva-Ruby

• Nel pacchetto di proposte di modifica al ddl anticorruzione all’esame del Senato, sono spuntati altri emendamenti targati Pdl che mirano ad addolcire il reato di concussione per induzione che tanto interessa agli avvocati di Silvio Berlusconi, imputato a Milano con questo capo d’accusa nel cosiddetto processo Ruby. Il primo passo proposto è quello, già tentato alla Camera dall’avvocato Francesco Paolo Sisto, che configura la concussione solo se il concussore riceve «un vantaggio patrimoniale» e non genericamente «altra utilità»: e questo non sarebbe il caso dell’ex premier che, notoriamente, telefonò in questura a Milano «solo» per far rilasciare la sua amica minorenne marocchina spacciandola per «la nipote di Mubarak». Ora, però, il Pdl propone anche altre modifiche con l’obiettivo di cambiare natura alla condotta criminosa della concussione che per sussistere deve prevedere pure il comportamento anomalo del concusso «costretto» e «determinato» ad agire «illegittimamente» e non più «indebitamente». E questo non è il caso dei funzionari di polizia che accolsero la richiesta di Berlusconi affidando la minorenne a persona incensurata e allora indiscussa (il consigliere Nicole Minetti). Una tale modifica avrebbe comunque una forte ricaduta su tutti gli altri procedimenti in corso. Gli emendamenti sono firmati dai senatori del Pdl Maria Alessandra Gallone e Luigi Compagna, che però non vogliono passare per gli emissari degli avvocati di Berlusconi. [Martirano, Cds]

• Al Pd la sortita del Pdl sulla norma salva-Ruby non è andata giù: «Leggo di un altro emendamento che interverrebbe sui processi in corso ed è quindi evidente che, a questo punto, il governo deve mettere la fiducia sul testo approvato dalla Camera», ha avvertito la capogruppo Anna Finocchiaro. Scrive Martirano che «in realtà, la mossa del Pdl sembra tattica. Tant’è che il vicecapogruppo Gaetano Quagliariello già fa intravedere i contorni di una trattativa: “Se il ministro della Giustizia modificasse davvero il ddl nei punti che abbiamo indicato, e cioè traffico di influenze illecite e corruzione tra privati, noi siamo pronti a rinunciare ai nostri emendamenti”. Da via Arenula rispondono che il ministro Paola Severino sta studiando il fascicolo degli emendamenti (un centinaio in tutto) e che comunicherà la sua decisione dopo il Consiglio dei ministri di giovedì».