Rassegna, 1 ottobre 2012
Kenya, bombe alla messa dei bimbi
• Ieri mattina a Nairobi, in Kenya, un terrorista solitario ha lanciato una granata contro la chiesa di san Policarpo, in Juja Road, una strada al confine con il quartiere di Eastleigh. Un bambino di nove anni, che seguiva i corsi festivi della scuola, è morto sul colpo e altri otto sono rimati feriti, alcuni in modo grave. La fuga della folla terrorizzata ha provocato altri feriti, per fortuna non gravi. La polizia ha subito accusato dell’attacco gli shebab, il gruppo radicale islamico che sostiene di essere la filiale di al Qaeda in Somalia. I leader islamici kenyoti hanno condannato immediatamente l’attentato, mentre gruppi di cristiani hanno organizzato retate punitive contro i somali che abitano a Nairobi: tredici musulmani sono rimasti feriti. [Alberizzi, Cds]
• Alberizzi (Cds) sulle stragi in Kenya: «Da un anno, da quando cioè le truppe kenyote sono entrare in Somalia a caccia degli islamici, le tre città più importanti dell’ex colonia britannica, la capitale Nairobi, il porto, Mombasa e il centro di frontiera, Garissa, hanno subito attentati. A Mombasa la rabbia degli islamici si è scatenata a fine agosto dopo l’uccisione di un imam radicale, Aboud Rogo Mohammed, in uno scontro a fuoco con la polizia. In giugno i terroristi avevano preso di mira una chiesa a Garissa, città al confine con la Somalia nei pressi del più grande campo profughi del mondo, Dadaab: quindici fedeli erano stati uccisi. E ieri qualche ora dopo l’attacco alla chiesa hanno assassinato due poliziotti e rubato i loro fucili. Ora la furia omicida dei duri e puri dell’islam sembra sia cresciuta. Le truppe kenyote – entrate a pieno titolo da qualche mese nel contingente dell’Unione Africana che conta ugandesi, burundesi, etiopi, sierraleonesi e gibutini – sono avanzate profondamente in Somalia e sabato hanno circondato Chisimaio, bastione degli shebab e loro capitale economica. Le tasse raccolte al porto della città costituivano la maggior fonte di denaro e di finanziamento dei militanti del terrore».