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 2012  ottobre 01 Lunedì calendario

Caso Piemonte, indagine interna di Cota

• Il governatore del Piemonte Roberto Cota ha già chiesto ai gruppi che sorreggono la sua maggioranza gli stessi documenti che la Procura ha acquisito o chiesto di acquisire nell’inchiesta sulle spese facili. Una specie di indagine interna che potrebbe portare alla pubblicazione delle carte più compromettenti. Spiega Imarisio (Cds): «Sono in tanti a correre il rischio della gogna. Anche il grande accusatore, il deputato Pdl Roberto Rosso, che con le sue dichiarazioni ha dato il via all’inchiesta. Oggi sarà in tribunale a Vercelli, per reati contro la Pubblica amministrazione. L’indagine della procura di Torino invece è conoscitiva, come hanno spiegato i magistrati. Dietro a questa definizione c’è la volontà di capire un sistema dei rimborsi ai politici e alle loro liste, fatto di regolamenti a molte vie di uscita e da consuetudini ormai scolpite nel tempo. Le verifiche non si limiteranno all’attuale giunta governata da Cota, vincitore delle elezioni nel 2010, ma andranno a ritroso, come dimostra la richiesta di documenti risalenti a 5-6 anni fa».

• Scrivono invece Griseri e Strippoli su Rep che, nella vicenda delle spese facili della Regione Piemonte spunta il capitolo di bilancio che in gergo veniva chiamato «trasversale», destinato ad operazioni speciali come quella di convincere consiglieri riottosi a votare una legge con l’animo più sereno. «Casi clamorosi? Quello della sagra della nocciola di un paese del Cuneese alcuni anni fa. Una fiera che normalmente veniva sostenuta con un contributo di 10.000 euro e che improvvisamente ottenne una generosa donazione dieci volte superiore. Centomila euro per convincere uno dei politici locali presente in Consiglio regionale ad approvare il bilancio della Regione, rinunciando all’ostruzionismo che avrebbe bloccato l’intera macchina amministrativa. Centomila euro che erano il vero scambio per ottenere il voto favorevole del consigliere. Un modo per monetizzare la fine dell’ostruzionismo, anche se lo scambio produceva l’aumento della sponsorizzazione e non mazzette per chi aveva venduto il voto. E la storia della fiera della nocciola non è un caso isolato».

• Un filone del caso Piemonte che si annuncia ricco di colpi di scena è quello sulle assunzioni facili, 200 persone in più in organico a spese del contribuente. Il sistema – che ha funzionato per vent’anni fino a quando Mercedes Bresso lo ha bloccato – è quello di stabilizzare i portaborse a fine legislatura, trasformandoli magicamente in dipendenti regionali con un concorso interno. Accanto a persone che effettivamente hanno lavorato cinque anni in condizione di precarietà, ci sono quelli saliti sul carro pochi mesi prima della fine della legislatura. [Griseri e Strippoli, Rep]