Rassegna, 27 settembre 2012
Sallusti condannato a 14 mesi di carcere
• La notizia che il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, aspettava da giorni con ansia è arrivata ieri a metà pomeriggio. Condanna confermata: 14 mesi di carcere per il reato di diffamazione, senza condizionale. Più le spese processuali (4.500 euro) e il risarcimento in sede civile. Condanna definitiva. La quinta sezione penale della Corte di Cassazione ha dunque accolto in pieno la sentenza della Corte d’Appello di Milano del 17 giugno 2011: il direttore del Giornale, anche per gli ermellini di piazza Cavour, ha diffamato il giudice tutelare di Torino, Giuseppe Cocilovo, con un articolo – firmato Dreyfus e intitolato «Costretta ad abortire da genitori e giudice» – pubblicato sul quotidiano Libero il 18 febbraio 2007, quando Sallusti ne era il direttore e dunque «il responsabile oggettivo». «Ma la notizia pubblicata era falsa», hanno concluso i giudici. «Domani farò il titolo più facile della mia vita: “Sallusti va in galera”», ha annunciato lui con un sorriso amaro, poco dopo in televisione. Ma l’esecuzione della pena ora è sospesa per 30 giorni, lo ha spiegato il procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati, perché Sallusti non risulta avere cumuli di pena né recidive. E in questi 30 giorni potrà presentare al Tribunale di sorveglianza la domanda di concessione di misure alternative. Intanto, però, la sua condanna è diventata un caso. [Caccia, Cds]
• Dal Quirinale ieri sera hanno fatto sapere «che il presidente esaminerà con attenzione la sentenza». Giorgio Napolitano, già nei giorni scorsi, aveva iniziato a seguire da vicino la faccenda. Il presidente del Senato, Renato Schifani, è ancora più esplicito: «Mi auguro che nel periodo di sospensione tecnica vengano individuate soluzioni idonee, anche normative». Il ministro della Giustizia, Paola Severino, ha indicato la strada: «Intervenire al più presto sulla disciplina della responsabilità per diffamazione omologandola agli standard europei, che prevedono sanzioni pecuniarie e non detentive». [Caccia, Cds]