Rassegna, 27 settembre 2012
Le nomine in extremis della Polverini
• Nonostante le abbia annunciate due giorni fa, Renata Polverini non ha ancora formalizzato le sue dimissioni e, anzi, si appresta a varare un rimpasto nella giunta e nuove nomine. «Taglio gli assessori e mi dimetto: i consiglieri non li posso ridurre, la mia giunta la posso diminuire. Non serve lo stesso numero di assessori per l’amministrazione ordinaria. Ho lavorato all’accorpamento delle deleghe, domani le riassegnerò e allora potrò dimettermi». Racconta sul Cds Menicucci: «È l’effetto dei veleni nel Pdl. Perché a fare le spese del rimpasto quasi postumo saranno, molto probabilmente, i membri di giunta più vicini ai rivali interni della Polverini, in particolare quelli legati ad Antonio Tajani. Ballano quasi tutti gli ex forzisti: Fabio Armeni (Patrimonio), Marco Mattei (Ambiente) e Stefano Zappalà (Turismo). Ma rischiano anche Angela Birindelli (Agricoltura), indagata a Viterbo, e gli ex An Pietro Di Paolo (Rifiuti) e Luca Malcotti (Lavori pubblici). Uomini, questi ultimi, vicini ad Alemanno il primo e al senatore Andrea Augello il secondo. Salvi tutti gli assessori vicini alla Polverini. Mossa che scatena i malcontenti nel Pdl».
• Il penultimo atto della giunta, ieri, è stato la conferma di una serie di direttori: sette interni, uno esterno (il capo dell’avvocatura) e uno proveniente da un’altra amministrazione (Raffaele Marra, altro ex Ugl). Angelo Bonelli (Verdi) ed Esterino Montino (Pd) attaccano: «La Polverini vada via, è un bluff. Una di queste nomine è stata già bocciata dal Tar due volte». Tra i provvedimenti anche il ricorso alla Consulta sull’accorpamento delle Province previsto nella spending review. [Menicucci, Cds]