Rassegna, 28 settembre 2012
In Spagna tagli per 40 miliardi
• Il governo spagnolo ha scritto ieri un progetto di Legge Finanziaria per il 2013 che prevede tagli e sacrifici per quasi 40 miliardi di euro. Nicastro (Cds): «Un record per le Finanziarie spagnole, ma comunque un azzardo considerando lo stato dell’economia iberica. Per fermarsi a quella cifra il governo ha dovuto prevedere che la recessione del 2013 si fermi allo 0,5% del Pil invece che all’1,2 come calcola il Fmi o all’1,4 di Standard & Poor’s o all’1,6 della Confindustria locale. Ha dovuto immaginare che la disoccupazione scenda al 24% invece di aumentare al 26% come dicono i sindacati. Ha dato infine per scontato che il primo gennaio 2013 la Spagna abbia già ridotto il deficit al promesso 6,3% e che debba quindi scendere di soli due punti per raggiungere il 4,5 entro fine 2013. Eppure il mese scorso il deficit dell’amministrazione centrale era già più alto di quanto dovrebbe essere la notte di Capodanno. Tre scommesse. Tutte e tre azzardate».
• La manovra prevede un calendario a tappe orientato su tagli alle spese (per il 58% del totale) e aumenti del gettito (42%). Un’ambizione speciale del governo è raccogliere 54,6 miliardi dall’Iva (l’aliquota è stata elevata quest’anno). Con la stessa intenzione di fare cassa ha confermato o introdotto misure (come la patrimoniale e una tassa del 20% sulle vincite alla lotteria superiori a 2.500 euro) per circa 4 miliardi. La previsione per il Pil 2012 è un calo dello 0,5%. Rajoy ha cercato di non colpire eccessivamente i ceti più deboli. Cruciale la decisione di utilizzare i circa 3 miliardi di uno speciale Fondo di riserva per la reindicizzazione delle pensioni congelate nel 2011 ed aumentate dell’1% quest’anno. [Zatterin, Sta]