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 2012  settembre 28 Venerdì calendario

Caso Sallusti, intervengono Severino e il Colle

• Condannato mercoledì per aver pubblicato un commento anonimo a una notizia, falsa – scrivendo che un giudice aveva ordinato l’aborto coattivo a una tredicenne (in realtà consenziente) – Sallusti è stato scagionato ieri dalla paternità dell’editoriale che evocava la pena di morte, dal pdl Renato Farina: «L’ho scritto io». Intanto una nota del Quirinale informava che il presidente Napolitano in un incontro con la Severino, aveva «convenuto sulla esigenza di modifiche normative in materia di diffamazione a mezzo stampa, tenendo conto delle indicazioni della Corte europea di Strasburgo, non escludendo possibili ricadute concrete sul caso Sallusti». Si parla di un disegno di legge che depenalizzi la diffamazione. La Severino anticipa: «Le soluzioni potrebbero essere due. O un ddl già pendente in Parlamento, o un ddl del governo. Ma credo che il ripescaggio possa consentire» un iter veloce. [Piccolillo, Cds]

• Sallusti ha ricevuto un nuovo rinvio a giudizio a Milano per diffamazione e omesso controllo in relazione a un’intervista fatta nel 2007 su Libero, da lui diretto, dalla giornalista Barbara Romano. [Piccolillo, Cds]

• Farina, l’ex fonte “Betulla” del Sismi, radiato dall’ordine, ora protetto da insindacabilità parlamentare, che rivendica la paternità dell’articolo solo adesso. Aprendo la strada a un’eventuale revisione del processo. «È un infame» ha scritto ieri Enrico Mentana su Twitter, accusandolo di aver pronunciato «troppo tardi» la sua confessione. [Piccolillo, Cds]

• Ha detto ieri Farina: «Ho agito con coscienza e sono pronto a pagare i prezzi giuridici che pure possono esserci. So che mi sono esposto al rischio di incomprensioni, e devo dire che mi sembrano del tutto ingiuste». Sul perché abbia deciso di parlare soltanto adesso, l’ex Agente Betulla è chiaro: «Lo sapevano tutti che ero io, Dreyfus. L’ho persino scritto nel mio libro. Ma nel momento in cui la Cassazione poteva solo esprimere un giudizio di legittimità, dire che Dreyfus ero io significava consegnare Sallusti nelle mani dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia, ai quali lui aveva già dichiarato che io non c’entravo. Dirlo adesso o prima non cambiava». Ma proprio Feltri, in tv, ha usato parole durissime rispetto al suo silenzio: «Avevo sperato che avesse lui il coraggio di farsi avanti. Adesso questo nome voglio farlo io, lo fanno molti. Ma è bene che sia conosciuto da tutti: si tratta di Renato Farina». A telecamere spente, secondo quanto rivelato da Dagospia, Feltri ha poi aggiunto: «L’ho difeso tutta la vita, speravo che avesse un minimo di coraggio, invece è un vigliacco. Speravo si prendesse le sua responsabilità. Non si è verificata né una cosa né l’altra». [Frenda, Cds]