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 2012  settembre 25 Martedì calendario

Renata Polverini si è dimessa dalla carica di governatore della Regione Lazio, determinando con questo lo scioglimento automatico del consiglio e nuove elezioni, che potrebbero tenersi a febbraio o essere addirittura accorpate alle politiche

Renata Polverini si è dimessa dalla carica di governatore della Regione Lazio, determinando con questo lo scioglimento automatico del consiglio e nuove elezioni, che potrebbero tenersi a febbraio o essere addirittura accorpate alle politiche. La governatrice ha comunicato la sua decisione prima a Napolitano (ore 18), poi a Monti (ore 19.30), infine alla stampa riunita nel residence Ripetta: erano le otto, in tempo per Mentana, (il Tg1 aveva già aperto col viaggio di Monti negli Usa). Ecco quello che ha detto la ormai ex governatrice: «La decisione è irrevocabile. Arriviamo qui puliti. La giunta ha operato bene e ha portato risultati importanti. La giunta interrompe la sua azione a causa di un Consiglio che non considero più degno. Questi signori li mando a casa io senza aspettare ulteriori sceneggiate, con questi malfattori io non ho nulla a che fare. Arriviamo qui puliti, mai avrei immaginato che con quelle ingenti risorse tutti, nessuno escluso, facessero spese sconsiderate ed esose. Ho aspettato oggi anche per vedere le falsità dell’opposizione. Oggi potevano consegnare le loro dimissioni al segretario generale della Regione Lazio: né Pd, né Idv, né Sel lo hanno fatto, ma hanno tentato di scaricare le responsabilità sulla giunta. Con il blocco della mia azione riformatrice ci saranno gravi ripercussioni sul Paese: abbiamo fatto 5 miliardi di tagli perché lo volevamo e perché abbiamo avuto come effetto il dimezzamento del disavanzo sanitario portandolo a 700 milioni. Adesso mi sento libera, mi sentivo intrappolata come in una gabbia. Da domani ciò che ho visto lo dirò. Le ostriche viaggiavano comodamente già nella giunta prima di me, quindi io non ci sto, non ci sto alle similitudini e nessuno si permetta di dire una parola su me e i miei collaboratori. Questa storia nasce per una faida interna al Pdl che non consegnò la lista alle elezioni e che ci ha consegnato un dibattito interno, oltretutto con personaggi ameni che si aggiravano per l’Europa».

Come mai, dopo una settimana di tentennamenti, alla fine si è decisa?
Tre ragioni. La prima: Monti nell’incontro di domenica, in cui Polverini era andata a cercare qualche consolazione, l’ha trattata con estrema freddezza. Le ha detto: «Per quanto mi riguarda ciò che sta avvenendo alla Regione Lazio è inaccettabile». La seconda: il cardinale Bagnasco, capo dei vescovi italiani, ha usato parole molto dure: «Dispiace molto che anche dalle Regioni stia emergendo un reticolo di corruttele e di scandali, inducendo a pensare che il sospirato decentramento dello Stato in non pochi casi coincida con una zavorra inaccettabile». Questa dichiarazione ha scosso le ultime esitazioni di Casini, alle prese con gli udc locali molto riottosi all’idea di tornarsene a casa. Casini, che doveva aver preavvertito la governatrice per consentirle di non farsi dimissionare, ha parlato al Tg3 delle 19.00: «Il mio giudizio è che dopo il marcio che è emerso, con la cupola che è venuta fuori, qualcosa di schifoso, bisogna restituire la parola ai cittadini. Questa è la mia opinione, posso anche andare in minoranza. Io mi auguro che il presidente Polverini faccia un gesto di dignità e ridia la parola ai cittadini laziali». Si erano già dimessi 29 consiglieri dell’opposizione, con i 6 di Casini e un fuoriuscito della lista Polverini si sarebbe raggiunta quota 36, la maggioranza assoluta dei consiglieri (il consiglio è formato da 70 deputati). Polverini non poteva che trarne le conseguenze.  

È vero questo discorso che la giunta sarebbe santa e il consiglio demoniaco?
Mah. Come ha documentato ieri il “Corriere della Sera”, l’ufficio di presidenza della Regione Lazio ha portato nel 2011 lo stanziamento a favore dei gruppi politici dal milione dell’epoca centro-sinistra a 14 milioni, con cinque delibere votate tutte all’unaninimità. Unanimità significa che hanno detto di sì anche i tardo-moralizzatori del Pd e dell’Idv. Questo fiume di denaro, dilapidato nel modo vergognoso che sappiamo, ha fatto comodo a tutti e se lo sono messi in tasca tutti senza fiatare. Polverini sta tentando di salvaguardare la sua carriera politica passando per la moralizzatrice della situazione, un ruolo che, nella fattispecie, non so quanto le si addica. È possibile che la gente dimentichi o che non abbia capito bene, cosa certamente favorita dagli strepiti che stiamo sentendo da una settimana. Magari ce la ritroveremo in Parlamento o candidato sindaco di Roma o a capo di qualche azienda nazionale. Nessuno ha smentito la notizia secondo cui Berlusconi, colpito dal discorso di lunedì 14 settembre (quello in abito bianco e braccia nude), avrebbe pensato di candidarla a premier.  

Conseguenze politiche?
Inimmaginabili. Liquefazione del Pdl? Esplosione anche nel Pd? Le conseguenze del voto siciliano e di quello laziale sulle politiche potrebbero essere devastanti. I politici laziali se ne tornano a casa molto malmostosi (Storace ha dato del “cacasotto” ai moralizzatori). Chi metterà in galera la magistratura? Gli inquirenti hanno scoperto che Francone Fiorito per intascare i soldi falsificava le fatture-giustificativo . Metodo solo suo? Fiorito intende ricandidarsi.  

È vero che il problema riguarda tutte le Regioni?
Nelle altre regioni italiane, i gruppi si sono spartiti quest’anno 64 milioni. Sui giornali si comincia a discutere se non sia il caso di abolire, oltre le Province, anche le Regioni.  

• I candidati del centro-destra e del centro-sinistra per il posto di governatore?
Non ne ho la minima idea. Sarà motivo di una lotta feroce in tutti e due gli schieramenti.

[Giorgio Dell’Arti, 25 settembre 2012]