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 2012  settembre 24 Lunedì calendario

Valanga killer sull’Himalaya: 13 vittime

• Trentacinque alpinisti sono stati travolti da una valanga sull’Himalaya. Si trovavano sul monte Manaslu, 8163 metri, in Nepal, ottava cima del mondo, una scalata pericolosa ma relativamente abbordabile per gente con esperienza. I membri della spedizione, giunti da vari Paesi, nel momento dell’impatto della massa bianca in discesa erano addormentati nelle tende dell’accampamento numero tre a oltre 7.400 metri. Tra di loro l’alpinista italiano Alberto Magliano, una delle almeno 13 vittime delle quali sono stati ritrovati i corpi. Gli scalatori erano distribuiti in una ventina di tende, e con loro quattro italiani. Magliano, 66 anni, aveva iniziato a scalare seriamente montagne dopo i 45, ma si era fatto un nome anche tra professionisti celebri. È rimasto intrappolato dentro al giaciglio mentre volava in basso nella massa di neve per oltre 800 metri, probabilmente senza mai risalire in superficie. Secondo il racconto dei due sopravvissuti, Magliano dormiva assieme allo sherpa che accompagnava lui e gli altri connazionali, Silvio Mondinelli e Christian Gobbi, letteralmente scaraventati per centinaia di metri nella neve ma miracolosamente incolumi, così come il quarto italiano della spedizione, Marco Confortola. Quest’ultimo era già stato protagonista di un’altra tragedia, nel 2008, quando un incidente analogo provocò la morte di 11 alpinisti: lui si salvò per miracolo ma gli vennero amputate le dita dei piedi a causa del congelamento. [Bultrini, Rep]

• Il Manaslu, ovvero “Vetta dello Spirito”. [Bultrini, Rep]

• Il Manaslu è al quarto posto nelle statistiche delle vittime riguardanti le vette superiori agli 8.000 metri, dopo Annapurna, Nanga Parbat e K2. Su 297 spedizioni calcolate tra il 1956 e il 2008, ha fatto 53 morti. [Bultrini, Rep]