Rassegna, 24 settembre 2012
Emilia, ricostruzione ferma dopo quattro mesi
• La Fasano del Cds è andata in Emilia nei comuni colpiti dal terremoto e ha scoperto che la ricostruzione non è mai partita. «“Ricostruzione” per adesso è una parola grossa. Da Cavezzo a Concordia, da Medolla a Finale Emilia, da Camposanto a Cento, la necessità del momento è dare una casa chi vive ancora nelle tende o nelle roulotte prima che arrivi l’inverno. Oppure pagare il promesso contributo per la sistemazione autonoma a chi si è organizzato per conto proprio e ha trovato casa in affitto o si fa ospitare da amici e parenti. Il fatto è che nessuno ha avuto ancora un solo centesimo. “Io sono viva per miracolo e quindi mi ritengo fortunata” premette Renza Golinelli davanti alla sua casa di Camposanto che è una collezione di crepe. “Sono fortunata anche se alla bell’età di 69 anni, da pensionata, ho cominciato a pagare un affitto di 400 euro più le spese. E ho dovuto pagare anche 300 euro per la recinzione di sicurezza. Nessuno mi ha dato ancora un soldo”. Inutile spiegarle che l’ordinanza è stata emessa, che deve pazientare ancora un po’. “Io devo vivere e mangiare adesso” interviene la sua amica Annamaria, pensionata pure lei e alloggiata da amici “dopo venti giorni in una tenda che poteva anche andare, ma se lei avesse visto l’indecenza del bagno...”. Nelle tendopoli il freddo si fa già sentire, soprattutto di notte. Nei dodici Comuni terremotati dell’Emilia ci sono ancora tendopoli aperte per 3.061 sfollati. Altri 88 sono ospiti in un residence e 1.467 vivono in alberghi. Le persone che aspettano il contributo per la sistemazione autonoma programmato dalla Protezione civile sono 39.327».