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 2012  settembre 20 Giovedì calendario

Sì della Consulta al ricorso del Colle contro i pm di Palermo

• La Corte costituzionale ieri in camera di consiglio ha verificato la sussistenza dei requisiti «oggettivi» e «soggettivi» del ricorso, dichiarando «ammissibile» quello del presidente della Repubblica nei confronti della Procura palermitana. Il presidente della Corte, Alfonso Quaranta, in forza dei suoi poteri, vista la delicatezza del caso, e a seguito di un’istanza in questo senso presentata dall’Avvocatura dello Stato, ridurrà infatti al minimo i termini per la notifica della dichiarazione di ammissibilità alla Procura del capoluogo siciliano e per il deposito del «controricorso» dei pm di Palermo. La notifica alla Procura avverrà in tempi ristrettissimi: tra i sette e i dieci giorni. Poi, in base all’articolo 26 delle norme interne alla Corte e dell’articolo 9 della legge costituzionale del 1953, potranno essere dimezzati i tempi normali (30+20 giorni) che la Procura di Palermo avrà a disposizione per scrivere il suo «controricorso». Il merito della vicenda verrà affrontato con ogni probabilità la prima settimana di dicembre. [Calabrò, Cds]

• I pm di Palermo adesso dovranno stabilire se difendersi da soli, come pure è teoricamente possibile, o se nominare gli avvocati abilitati a patrocinare davanti alla Consulta, con i quali sono già stati presi contatti nelle scorse settimane. Il Presidente della Repubblica sarà invece rappresentato dall’Avvocatura dello Stato. [Calabrò, Cds] #Abu Omar, nuovo processo per il Sismi

• La quinta sezione della Suprema Corte ha confermato in parte la sentenza di secondo grado della Corte d’appello di Milano del 2010 per quanto riguarda le pene comminate ai 23 agenti segreti americani (7 anni per ciascuno degli operativi, 9 per l’ex capo della sede milanese, Bob Seldon Lady) che parteciparono al sequestro del’imamegiziano Abu Omar,  ai due uomini dell’ex Sismi, Pio Pompa e Luciano Seno (2 anni e 8 mesi di reclusione, con esclusione delle pene accessorie) accusati di favoreggiamento. Mentre ha deciso il rinvio a un nuovo processo d’appello per il responsabile dell’ex Sismi Luciano Pollari e del suo dirigente Marco Mancini, così come per i capicentro Giuseppe Ciorra, Luciano Di Gregori e Raffaele Di Troia. Scrive Colonnello (Sta): «Il sequestro di una persona, sebbene sospettata di terrorismo, è un reato che il “segreto di Stato” non può coprire. Anche se a commetterlo sono strutture governative che agiscono in nome della “sporca guerra” contro l’estremismo islamico. Vale per il nucleo degli agenti Cia che rapirono il 17 febbraio 2003 l’imam egiziano della moschea di viale Jenner e che per questo sono stati condannati. E potrebbe valere anche per i vertici del Sismi che, secondo le accuse, fornirono appoggio logistico, ma che “un uso troppo estensivo del segreto di Stato” – secondo quanto trapela dalle motivazioni che verranno depositate prossimamente dalla Cassazione – non permise di giudicare».