La Gazzetta dello Sport, 20 settembre 2012
La Polverini sarebbe sul punto di dimettersi e il Popolo della Libertà sul punto di spaccarsi. Di questi fatti, che potrebbero non accadere, si parla insistentemente a Roma in queste ore
La Polverini sarebbe sul punto di dimettersi e il Popolo della Libertà sul punto di spaccarsi. Di questi fatti, che potrebbero non accadere, si parla insistentemente a Roma in queste ore. La cosiddetta “stretta finale” è in corso. Berlusconi ha speso un po’ del suo pomeriggio a persuadere la governatrice del Lazio ad andare avanti. E alle sette di sera ha poi ricevuto a Palazzo Grazioli La Russa, Gasparri e Giorgia Meloni. Tema sul tappeto: non sarebbe meglio andare ognuno per la sua strada e dopo le elezioni, grazie al proporzionale in arrivo, mettersi nuovamente d’accordo? Proprio la vicenda della Regione Lazio starebbe agendo da catalizzatore su una tentazione che gli ex di An hanno da un pezzo: tornare indietro, rifare il vecchio partito, naturalmente senza Fini e i finiani.
• Beh, la governatrice non doveva già dimettersi l’altra sera? Oppure venerdì prossimo, cioè domani, se la lista dei provvedimenti moralizzatori non fosse passata?
Sì, e quindi siamo autorizzati a pensare che, in un certo senso, abbia torto: se le cose che vuole, il consiglio regionale gliele dà, perché andarsene? Una risposta compiuta non si avrà prima di domani e comunque tagli per una ventina di milioni sono già stati approvati. Mi pare di capire però che il punto sia un altro: la carriera politica della Polverini è a rischio perché la legislatura sta finendo (abbiamo la sensazione che, in ogni caso, difficilmente non finirà) e sta finendo in un’aria di baldoria, di sconcerto, di cinismo, di sbracamento, di volgarità, di cafonaggine. Come tenersene a distanza? Lo stesso romanesco che un tempo dava alla governatrice un’aria popolaresca appare a un tratto greve. Le foto di Dagospia, le braccia alzate, la bocca aperta, le ginocchia esibite… a 50 anni… Basta, non vale neanche la pena di parlarne.
• Quindi carriera politica finita?
L’unico modo per uscirne è mettersi contro tutto quello che in questo momento fa andar di stomaco gli italiani, come, ad esempio, le macchine di Fiorito, i festini in costume romano di De Romanis, i book fotografici della Cappellaro (ma perché una consigliera regionale ha bisogno di un book fotografico?). Mettersi contro, dico della Polverini, in modo clamoroso. Quindi, le dimissioni, che costringerebbero a tornare alle urne, precedute da dichiarazioni come questa: «Io ho il dovere di amministrare e governare. Ci sono andata io in Consiglio perché non hanno capito nulla. Mi auguro che la smettano con questo atteggiamento che sta diventando ridicolo per tutti quanti. Io ho molto alto il senso del ridicolo, credo di averlo già superato. O questa storia finisce oggi - o finisce comunque per tutti perché la faccio finire io, perché sono stanca. Molto stanca».
• Il punto è: in caso di dimissioni e di scioglimento del Consiglio, può la Polverini salvare la faccia?
Forse sì. Ma forse no. Non è stata la Polverini a ingaggiare un fotografo personale – Edmondo Zanini – al costo di 75 mila euro l’anno? È tutto liscio nell’assunzione a 122 mila euro l’anno di Gabriella Peluso, incaricata della «Verifica dell’attuazione delle politiche regionali e del programma di governo» (il governo non sa verificare da sé quello che ha fatto?) e soprattutto moglie di Salvatore Ronghi, già nello staff dell’Ugl – il sindacato di cui la Polverini era capo – e oggi segretario generale della Regione a 189 mila euro l’anno? Trasferito dall’Ugl assieme a Giovanni Zoroddu e Stefano Cetica, ora potente assessore al Bilancio. Ricorderà che il Pdl non arrivò in tempo a presentare la sua lista: quelli che rimasero fuori furono risarciti con i 14 assessorati disponibili, fatto che fa costare questa struttura 5 milioni l’anno invece dei 4 che basterebbero se gli assessori fossero stati scelti tra gli eletti e che comporta oltre tutto uno spreco di un milione l’anno per 30 anni, dato che agli assessori, per volontà della Polverini e con voto notturno, è stato garantito un vitalizio da tremila euro al mese. Tutte cose che i giornali hanno scritto ieri, tralasciando che Polverini applica intanto l’addizionale massima sulla benzina e seccando ciononostante parecchio la governatrice – al momento tesa solo a trasfigurare in eroina e martire - che se ne è lamentata pubblicamente.
• Carriera finita per questo? Non è così dappertutto?
Le Regioni si stanno rivelando una forte incredibile di sprechi. Sergio Rizzo ha scritto che la spesa pubblica regionale negli ultimi dieci anni è aumentata di 90 miliardi l’anno. Carrozzoni, retti da gente mediocrissima.
• E la scissione del Pdl?
È all’ordine del giorno. L’idea è che ognuno – berlusconiani di qua, ex aennini di là – potrebbe raccogliere meglio i propri consensi correndo per conto suo. La somma di voti delle due frazioni potrebbe risultare superiore ai voti raccolti dal partito unico. Senza contare che gli ex An sono contrarissimi a Monti, posizione che Berlusconi non può permettersi (è il conflitto di interessi alla rovescia). Gasparri ha detto che preferirebbe condurre la battaglia dall’interno. «Ma Ignazio vuole uscire e per me l’amicizia conta più della politica. Se Ignazio decide io lo seguo».
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 19 settembre 2012]