Rassegna, 14 settembre 2012
La galassia degli estremisti in Libia
• Scrive Olimpio che le varie formazioni islamiche salafite attive in Libia possono contare su diverse fonti di finanziamento: «La prima è il traffico di armi. Il capoluogo della Cirenaica ha un mercato (nero) fiorente di fucili, granate, lanciarazzi rubati negli arsenali di Gheddafi. La polizia non è mai riuscita a stroncarlo. Anzi c’è chi dice che il governo abbia lasciato fare nella speranza di esaurire le scorte. Resta il fatto che le armi libiche sono state trovate in Nigeria, Siria, Tunisia, Mali e Sinai. (…) Il secondo canale sono le offerte di cittadini e la zakat, l’obolo versato da ogni buon musulmano. È il 2,5% del proprio guadagno annuale. Quando si fa la somma il denaro è molto. Anche perché – aggiungono fonti mediorientali – è integrata dall’aiuto proveniente dal Golfo Persico, con soldi inviati da istituzioni o di privati. Flussi non tracciabili e dunque è facile smentirli. Quindi ci sono gli stipendi. Molti salafiti hanno il doppio cappello. Di giorno sono miliziani “ufficiali”, inquadrati in qualche unità. Di notte ridiventano estremisti».