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 2012  settembre 12 Mercoledì calendario

Si torna a scuola questa settimana, ma a scaglioni, e oggi si presenta lo scaglione più grosso, quello formato dagli studenti di Trento, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Umbria, Marche

Si torna a scuola questa settimana, ma a scaglioni, e oggi si presenta lo scaglione più grosso, quello formato dagli studenti di Trento, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Umbria, Marche. I ragazzi di Bolzano stanno sui banchi da una settimana, lunedì hanno ricominciato quelli della Val d’Aosta e ieri quelli del Molise. Domani: Lazio e Campania. Venerdì: Sicilia. Lunedì prossimo, altro grosso scaglione: Abruzzo, Basilicata, Emilia Romagna, Liguria, Calabria, Puglia e Sardegna.

 

• Che c’è da dire di particolare quest’anno?

Il nuovo ministro Profumo tiene molto all’informatica, alla digitalizzazione, insomma ai computer. Oggi spiegherà più precisamente, in una conferenza stampa, le sue intenzioni. Sappiamo già che uno degli obiettivi è il registro elettronico, cioè mettere i voti invece che sul registro, o invece che solo sul registro, su una specie di foglio excel. In questo modo sarà più facile tenere informate in tempo reale le famiglie sui progressi o sugli infortuni dei loro figli. L’informatizzazione della scuola si scontra con due problemi. Primo problema: gli istituti hanno in genere poche attrezzature e sempre meno soldi per, eventualmente, acquistarle. Secondo problema: troppi professori non hanno pratica di schermi, tastiere, software e hardware. Ci sono un mucchio di casi in cui i ragazzi ne sanno più di loro.

Non stiamo più parlando dei registri, adesso, ma dell’insegnamento vero e proprio.

Per i registri, in definitiva, basterebbe un computer dove ciascun professore, dopo la lezione, andrebbe a inserire i dati. Su questo non c’è un problema di attrezzature. Lo ha detto anche il famoso preside del Berchet di Milano, Innocente Pessina: «Usiamo i registri elettronici ormai da 12 anni e ci troviamo benissimo anche senza tablet. I docenti inseriscono i voti, in un secondo momento, da un’aula dotata di computer vicina alla sala professori. I vantaggi sono notevoli. Un preside ha sempre sott’occhio l’andamento di tutti gli studenti e questo vale anche per i genitori. Da quando abbiamo i registri online i ricorsi al Tar contro le bocciature si sono azzerati, perché le famiglie sono costantemente informate sul rendimento dei ragazzi». Usare il computer per insegnare è invece un’altra storia, per via delle resistenze o dell’arretratezza culturale del sistema. Il 97% degli studenti dichiara che in classe non si adopera mai né computer né tablet né pc.

Se se li portassero da casa?

Ci vorrebbe però il wi-fi gratuito in aula, ma il 70% delle scuole ne è privo. La Gelmini fece comprare le lavagne multimediali, ma le scuole che le possiedono le adoperano poco. Idem per l’aula computer: un’indagine di Skuola.net sostiene che il 40% degli istituti non le adopera mai.

• Quanti sono insegnanti e studenti a questo punto?

Otto milioni di studenti, 700 mila insegnanti. Per gli insegnanti incombe la questione dei concorsi. Il ministro ha deciso di reclutare personale giovane attraverso una prima prova i cui dettagli conoscereno il prossimo 24 settembre. Saliranno così in cattedra quasi 12 mila nuovi docenti, che andranno a sostituire insegnanti andati in pensione. Senonché esiste una graduatoria di 163 mila prof che attendono da una vita di essere messi a posto e che si vedranno scavalcati da questi giovincelli. Di questi, il ministero ne metterà 21 mila tra pochi giorni, altri 5 mila in primavera e altri 12 mila nel settembre 2013. Una bella infornata, ma quelli destinati a restar fuori sono ancora troppi. Aspettiamoci cortei e manifestazioni, tanto più dolorosi perché metteranno inevitabilmente professori contro professori. Il ministro, per questo, è già stato fischiato alla Festa del Pd di Modena.

Perché ormai ogni apertura di anno scolastico è un tormento invece di essere un momento di gioia? In fondo ci si ritrova dopo le vacanze, non parlo solo dei ragazzi, ma anche dei professori. Si ricomincia un lavoro, ci sono tante cose da imparare, da capire…

È colpa soprattutto di noi giornalisti, che ci siamo troppo abituati a vedere il mondo attraverso le statistiche e sempre meno attraverso la presa diretta della vita. Sono sicuro che se ci andassimo a sedere sui banchi di una scuola, troveremmo molta più allegria di quanta ne riusciamo a attraverso attraverso i nostri articoli, sempre piuttosto tetri.  Anche se per i libri e per i corredi scolastici spenderemo quest’anno cento euro in più dell’anno scorso (500 invece di 400). Anche se 50 mila supplenti al 31 agosto dovevano ancora essere nominati. Anche se il 55% delle scuole non ha il certificato di agibilità, mentre all’estero ce l’hanno praticamente tutti gli edifici, e se arriva un altro terremoto.... Vede? Mi ci sono messo anch’io a intonare le geremiadi.


[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 12 settembre 2012]