Rassegna, 10 settembre 2012
Bellocchio: accetto la sconfitta, non lezioni di cinema
• Sulla polemica per il Leone d’oro assegnato al Coreano Kim Kid Duk ieri è intervenuto direttamente Marco Bellocchio, il regista de La bella addormentata che sembra un possibile vincitore. Bellocchio non se la prende per la mancata vittoria: «Ho partecipato alla competizione e sono stato sconfitto. Questa è un’indubbia verità. Era nel conto. Lamentarsi, no. Ora mi viene in mente un po’ scherzosamente di Charles Aznavour nella versione italiana e quel passaggio “la dignità devi salvarla malgrado il male che tu senti, devi partir senza tornar...”». Poi però attacca chi critica i film italiani perché troppo autoreferenziali: «La sola cosa che mi viene in mente è la critica, pare di un membro della giuria, rivolta al cinema italiano che sarebbe troppo provinciale, autoreferenziale, non si occuperebbe di temi universali. Ora io di questa imbecillità ne ho piene le scatole. L’eutanasia, la tragedia o il dramma del fine vita sono forse un tema provinciale? Accetto la decisione della giuria (avendo accettato di partecipare al concorso) che ha giudicato secondo una sua idea di bellezza: i film premiati erano i più belli. Basta. Ma non ci vengano a dare lezioni su cosa gli italiani dovrebbero raccontare al cinema». [Fusco, Rep]
• Sulle scelte della giuria di Venezia si è espresso anche Alberto Barbera, che con il presidente Baratta ha tenuto il tradizionale incontro di fine Mostra. «Anche dopo Casnnes i francesi hanno discusso un mese accusando la giuria di non aver premiato un loro film ma Garrone. Io posso solo dire che il film di Bellocchio è piaciuto tantissimo, altrimenti non lo avrei messo in concorso». Barbera difende anche l’atteggiamento di Michael Mann, che avrebbe “zittito” il giurato Matteo Garrone, un atteggiamento «che mi era stato annunciato da lui stesso prima della conferenza stampa: “Impedirò a chiunque di fare domande ai singoli giurati per tutelare la privacy delle decisioni”, aveva detto». [Fusco, Rep]
• Michael Mann, che al Lido se l’è presa pesantemente con il suo autista e si è lamentato perché la giuria non aveva a disposizione un autista riservato. [Fusco, Rep]