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 2012  settembre 10 Lunedì calendario

Bersani: «Siam pronti a governare»

• Chiudendo la festa del Partito democratico a Reggio Emilia, Pierluigi Bersani ha detto in sostanza che il suo partito è pronto a governare. «Il prossimo governo lo decideranno solo gli italiani, non i banchieri o qualche agenzia di rating». Il Pd si presenterà al voto con l’obiettivo di vincere sulle ali di uno schieramento che «unisca i progressisti alle forze moderate ed europeiste per fare argine contro le destre e le tendenze populiste». Racconta Alberti (Cds): «Bersani cerca e trova il suo popolo in un pomeriggio reggiano reso cocente dal sole e colorato dalle migliaia di bandiere che attorniano il palco della Festa nazionale democratica. Concetti diretti: non è giornata per messaggi cifrati. Il segretario parla al cuore dei suoi, stuzzica l’orgoglio di partito: vuole unità d’intenti, forse temendo che la stagione dei tecnici abbia in parte anestetizzato la tradizionale passione dei “compagni”. Dal palco sciorinano cifre incoraggianti: 7 mila volontari al raduno reggiano, che diventano un esercito di 250 mila se si calcolano le 2 mila feste allestite in tutta Italia».

• «Non si danno cifre, ma Lino Paganelli, storico organizzatore delle feste, a occhio calcola seimila persone. Anche se l’unico numero certo della giornata sono i 34 quintali di tortelli cotti e mangiati». [Casadio, Rep]

• Ieri sul palco della festa Pd, durante il discorso conclusivo di Bersani c’erano i sindaci delle zone terremotate e i volontari dell’organizzazione. Tutti gli altri politici in piedi sotto al sole, dietro alle transenne. Smargiassi (Rep): «Anna Finocchiaro signorilmente si rinfresca con un ventaglio giallo e rosso. Beppe Fioroni non s’è tolto la cravatta ed è paonazzo. Livia Turco, giacca rossa sulle ginocchia, ha trovato uno strapuntino di fortuna dietro un traliccio. Rosi Bindi s’aggira con un sorriso ineffabile. Enrico Franceschini cerca un cono d’ombra. Piero Fassino segue il discorso immerso nel testo scritto. Enrico Letta si appoggia alla transenna, tanto è alto e ci vede lo stesso. Massimo D’Alema sceglie di rimanere appartato in fondo, imperturbabile in pieno sole. E Walter Veltroni? Non c’è, non s’è visto, che l’abbia saputo in anticipo o meno è forse l’unico dirigente storico del Pd ad avere schivato l’imbarazzo di finire nel limbo della nomenclatura».

• A chiudere la festa del Pd L’inno alla gioia. [Casadio, Rep]