La Gazzetta dello Sport, 7 settembre 2012
Mario Draghi ha annunciato al Consiglio direttivo della Bce, e poi alla stampa, che la Banca centrale europea comprerà sul mercato secondario titoli fino a tre anni e in quantità illimitata con l’intenzione di calmierarne prezzi e rendimenti e questa dichiarazione ha subito provocato: a) un forte rimbalzo delle Borse (Milano +4,31%, Madrid +4,9%); b) un’ulteriore caduta dello spread, assestatosi a 373 (i Bonos a 447); c) una apparentemente incontenibile irritazione tedesca, rappresentata non solo dalle dichiarazioni politiche, ma anche dalle prese di posizione dei giornali, alcuni dei quali hanno invocato l’uscita della Germania dalla moneta unica; d) una prudente dichiarazione della Merkel («la Bce è indipendente»); e) una notevole esultanza nel resto d’Europa: la linea di Draghi, a parte Berlino, sembra sostenuta da tutti
Mario Draghi ha annunciato al Consiglio direttivo della Bce, e poi alla stampa, che la Banca centrale europea comprerà sul mercato secondario titoli fino a tre anni e in quantità illimitata con l’intenzione di calmierarne prezzi e rendimenti e questa dichiarazione ha subito provocato: a) un forte rimbalzo delle Borse (Milano +4,31%, Madrid +4,9%); b) un’ulteriore caduta dello spread, assestatosi a 373 (i Bonos a 447); c) una apparentemente incontenibile irritazione tedesca, rappresentata non solo dalle dichiarazioni politiche, ma anche dalle prese di posizione dei giornali, alcuni dei quali hanno invocato l’uscita della Germania dalla moneta unica; d) una prudente dichiarazione della Merkel («la Bce è indipendente»); e) una notevole esultanza nel resto d’Europa: la linea di Draghi, a parte Berlino, sembra sostenuta da tutti.
• Bisogna sviluppare questi vari punti con ordine. Ha senso quello che ho sentito alla radio, e cioè che quella di ieri sarebbe stata la riunione più importante del vertice Bce e, nello stesso tempo, che si sarebbe registrata una sconfitta storica per il punto di vista tedesco?
Direi che sono affermazioni, almeno a caldo, giustificate. Io ho tuttavia dubbi sulla “vera” posizione tedesca: l’uomo della Bundesbank, Jens Weidmann, ha votato contro la delibera di Draghi (approvata da tutti gli altri, olandesi e finlandesi compresi), ma ha avuto vita facile nel fare il bastian contrario: Draghi avrebbe vinto comunque. Le dichiarazioni oscillanti della Merkel dànno la sensazione che a Berlino si sia fatto abbastanza teatro: la Kanzlerin ha prima appoggiato Draghi, poi mercoledì s’è improvvisamente avvicinata a Weidmann dichiarando che la Bce avrebbe potuto fare acquisti sui mercati secondari però per quantità limitate e per un periodo di tempo circoscritto. Ieri, dopo che Draghi l’ha smentita, se l’è cavata con una dichiarazione che equivale a un’alzata di spalle. Bundesbank ha avvertito che la linea Draghi «potrebbe far slittare le riforme nei paesi mediterranei» e Weidmann ha aggiunto: «È in pratica un finanziamento ai Paesi stampando banconote». Durissime le reazioni di Cdu e Csu: «Il finanziamento degli Stati stampando moneta è sbagliato e pericolosissimo» (Dobrindt, Csu), «alla Bce non è consentito finanziare gli Stati stampando moneta» (Volker Kauder, capogruppo Cdu al Bundestag). Notiamo però che tutti questi personaggi, a cominciare da Weidmann, sono creature della Merkel. Infine sul sito della Bild, dove si insinua che l’italiano Draghi sta sfasciando la moneta unica, i lettori parlano di follia mediterranea e alcuni chiedono che la Germania ritorni al marco.
• Draghi come ha risposto a tutto questo?
Draghi ha parlato prima che si manifestassero queste prese di posizione tanto dure. Ma era come se le conoscesse. «Indovinate chi ha votato contro?» ha detto con un sorriso ai cronisti. «Cos’è questa storia che avremmo fatto una caricatura del modo di procedere italiano? Il board, tranne uno, ha votato tutto a favore».
• Vogliamo spiegare, in concreto, che cosa si accinge a fare Draghi?
La Bce comprerà sul secondario, senza porsi limiti, titoli fino a tre anni. E contemporaneamente, per tenere a bada l’inflazione, toglierà dal mercato un valore in banconote pari a quello impegnato negli acquisti. Tutto questo farà passare la voglia ai ribassisti di professione di scaraventare sul mercato enormi quantità di bond italiani e spagnoli, con la speranza di far innalzare lo spread, rendere impossibili i tassi di interesse, spingere fuori dall’area euro Spagna e Italia e alla fine far saltare la moneta unica. La chiave di tutto sta proprio nella parola “illimitato”: se avesse dichiarato un limite – di tempo o di quantità – i venditori si sarebbero scatenati per farglielo raggiungere al più presto e questo avrebbe vanificato la volontà di Francoforte di presentarsi come compratore di ultima istanza. Draghi ha dichiarato anche che un aiuto, negli acquisti, da parte del Fmi sarebbe stato assai gradito e la Christine Lagarde, direttore del Fondo, ha subito fatto sapere che avrebbe partecipato volentieri. Guardi che bastano queste dichiarazioni per far abbassare le ali ai male intenzionati.
• Che significa “mercato secondario”?
Il “mercato primario” è quello delle aste con cui gli Stati piazzano periodicamente il loro debito avendo come acquirenti le banche. Il “mercato secondario” è quello che entra in gioco subito dopo, nelle normali compravendite di Borsa. È qui che si determina, minuto per minuto, il valore di ciascuna obbligazione, quindi il suo rendimento e perciò lo spread.
• Gli italiani come hanno commentato?
Non ci sono dichiarazioni del nostro presidente del Consiglio o dei suoi ministri. E per ora stanno zitti anche i partiti. Draghi ha ribadito che l’intervento della Bce è condizionato alla richiesta degli Stati, i quali per essere aiutati dovranno sottostare a una serie di regole, controlli e sacrifici. Di fatto un commissariamento. I partiti italiani, da questo orecchio, non ci sentono. La Merkel, però, ha pronunciato, sempre ieri, anche queste parole: «Le misure della Bce non possono sostituire le decisioni politiche». Cioè: per quanto Draghi compri, non andremo molto lontano se la nostra classe dirigente non si decide a cambiare profondamente se stessa e la natura viziata di questo paese.
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 7 settembre 2012]