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 2012  settembre 06 Giovedì calendario

Clinton lancia la volata a Obama

• Vent’anni esatti dopo l’accettazione della nomination democratica al Madison Square Garden di New York, Bill Clinton è salito ieri sul palco dell’arena di Charlotte, con un ruolo inedito per un ex presidente: proporre ufficialmente, davanti alla convention democratica, la ricandidatura di un presidente in carica. «Barack Obama – ha detto Clinton – ha ereditato un’economia a pezzi» ed è riuscito a «gettare le fondamenta per la crescita» dell’America. Ha poi puntato il dito contro i repubblicani, che hanno lasciato un’economia «allo sbando». «Barack non ha ancora finito di rimettere in ordine l’economia, e i repubblicani vogliono cacciarlo per tornare al potere». Ma «se volete una società in cui ognuno sta per conto suo, allora votate Romney. Se volete un Paese capace di condividere prosperità e responsabilità, allora votate Barack Obama e Joe Biden». [Gaggi, Cds]

• «Obama ha scelto di mettersi nelle mani di un leader col quale ha sempre avuto rapporti tesi (sono rimasti tali anche dopo la ricucitura delle ferite aperte dallo scontro Barack-Hillary del 2008) perché consapevole della sua enorme popolarità. Soprattutto, Bill gode di grande credito in segmenti dell’elettorato – dai lavoratori bianchi ai pensionati – nei quali i sondaggi danno il presidente in difficoltà, molti punti indietro rispetto a Romney. Secondo molti Obama, che stasera chiuderà l’evento politico col discorso di accettazione della candidatura, si è preso un rischio enorme affidandosi all’«uragano Bill». Che può soffiare vento delle sue vele, ma anche rendere il mare tempestoso con qualche battuta a doppio taglio o, semplicemente, pronunciando un discorso talmente affascinante da mettere in ombra quello del presidente». [Gaggi, Cds]

• Clinton, secondo Gallup, ha un indice di gradimento del 69%, superiore anche a quello della moglie Segretario di Stato (66 per cento), mentre il presidente ha un livello di «job approval» come capo del governo fermo al 45%. Ma anche quello personale, legato al suo carisma e alla sua storia personale, è calato al 53 per cento. [Gaggi, Cds]

• Ricorda Valentino sul Cds: «Sono passati poco più di quattro anni dagli insulti del South Carolina, quando Bill, scatenato a sostegno della moglie Hillary, definì una “barzelletta” la campagna di Obama bollando la sua come una candidatura afro-americana, sul modello di Jesse Jackson nel 1988. Fu accusato di giocare la carta razzista. Fu una brutta polemica, tra due uomini con garanzie impeccabili in tema: Obama per definizione, Clinton per essere stato definito dalla poetessa Toni Morrison il “primo presidente nero”. Di terza mano, ma pur sempre così credibile da essere stato citato questa settimana dal New Yorker, l’aneddoto secondo il quale, esasperato dalla decisione di Ted Kennedy di appoggiare Obama, l’ex presidente tentò un’ultima volta di convincerlo a ripensarci, dicendogli al telefono: “Questo tipo qualche anno fa ci avrebbe portato le valigie”».

• Racconta David Maraniss, autore di una bella biografia dell’attuale presidente, che Obama si rilassa guardando di notte da solo il basket in televisione nella East Wing. Mentre Bill Clinton, quando proprio non ha nessuno con cui condividere il piacere, chiama qualche amico e sta per ore in diretta al telefono commentando le fasi della partita. [Valentino, Cds]

• La seconda giornata della Convention ha visto anche i democratici rimettere mano al testo della piattaforma reinserendo i riferimenti a «Dio» e a «Gerusalemme capitale di Israele» al termine di un vivace dibattito che ha portato a qualche fischio e in cui è stato necessario un intervento diretto del presidente. [Molinari , Sta]