Rassegna, 6 settembre 2012
Berlusconi e i soldi a Dell’Utri: ho aiutato un amico
• Ieri pomeriggio a Roma Silvio Berlusconi è stato sentito dai pubblici ministeri di Palermo che indagano su una presunta estorsione ai suoi danni esercitata da Marcello dell’Utri. Il quale, nel corso dei decenni, ha ricevuto da Berlusconi (oltre ai regolari stupendi e alla gratifica dell’ingresso in Parlamento, diciotto anni fa) versamenti e regalie per oltre quaranta milioni di euro. Prezzo del ricatto pagato alla mafia attraverso un personaggio contiguo come il senatore palermitano, secondo l’accusa; semplici donazioni in segno di stima e riconoscenza, secondo l’ex presidente del Consiglio che afferma di non aver mai subito un’estorsione in vita sua. Nemmeno quelle che le sentenze hanno invece accertato ai danni della sua Fininvest. Scrive Bianconi che Berlusconi ieri ha sostenuto più o meno questo: le sentenze che hanno certificato, fino in Cassazione, la contiguità di Marcello Dell’Utri con la mafia per lui non contano. Il senatore siciliano, vecchio amico e stretto collaboratore, per Silvio Berlusconi era e resta una persona specchiata, al di sopra di ogni sospetto. Del resto il reato di concorso esterno in associazione mafiosa per l’ex premier è qualcosa di fumoso, che non lo convince granché. E poi Dell’Utri è palermitano, e nella città in cui è cresciuto è facile fare incontri pericolosi dei quali nemmeno ci si rende conto. Quanto a Vittorio Mangano, il boss mafioso che per un periodo lavorò nella villa di Arcore come stalliere che alla bisogna accompagnava a scuola i figli di Berlusconi, è sempre apparso una «persona a modo, affabile»; solo dopo che se ne andò venne fuori la sua affiliazione a Cosa nostra.
• Sembra che Berlusconi sia rimasto ben impressionato da Ingroia, al quale ha augurato «buon lavoro in Guatemala». [Arena, Sta]