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 2012  settembre 05 Mercoledì calendario

Monti e Hollande: «Noi, garanti europei»

• Per la terza volta in pochi mesi, Monti e Hollande si sono incontrati, questa volta a Roma, a Palazzo Madama.  Oltre un paio d’ore di colloquio, ad affiancarli i ministri degli Esteri, dell’Economia, degli Affari europei. I rispettivi ambasciatori. Al termine dell’incontro, è toccato a Monti riassumere così uno dei nodi centrali del confronto: «Sono sicuro che il presidente Hollande e io veglieremo affinché i passi avanti compiuti dall’ultimo vertice europeo» per combattere lo spread siano «completamente realizzati». Spiega Galluzzo (Cds): «Il riferimento primo è legato all’intervento della Bce a difesa della stabilità dei mercati del debito. “In queste settimane stiamo vedendo gli sviluppi operativi” delle decisioni prese nel consiglio Ue del 28 e 29 giugno, sottolinea Monti. Mentre con l’inquilino dell’Eliseo, che sul tema auspica misure “rapide”, condivide la scelta di non entrare nel merito, evitando di commentare le dinamiche che coinvolgono in queste ore l’istituto di Francoforte. Entrambi sembrano in sintonia su un dettaglio di non poco conto: gli eventuali aiuti che Bce e fondo salva Stati possono offrire a un Paese non dovrebbero contenere ulteriori obblighi, al netto di quelli già presi con le istituzioni comunitarie».

• Il 29 agosto c’è stato l’incontro Monti-Merkel, il 30 Rajoy-Hollande, ieri Monti-Hollande, oggi Hollande-Van Rompuy, domani Cameron-Hollande. Montefiori (Cds): «I francesi sostengono che è in corso una riflessione per cambiare il metodo delle consultazioni europee, e pensano a incontri mensili almeno tra i partner più importanti, Francia, Italia e Germania. Lo stesso Mario Monti ha difeso apertamente la nuova prassi: “Non fa piacere a nessuno decidere del futuro dell’Europa in summit convulsi, in cui si comincia a discutere alle cinque del pomeriggio con la prospettiva di arrivare forse a un accordo alle cinque del mattino, come è accaduto la volta scorsa a Bruxelles”. Questi colloqui bilaterali dovranno perdere il loro carattere di eccezionalità per diventare abitudine corrente».