Rassegna, 4 settembre 2012
A Milano in ventimila per i funerali del cardinal Martini
• A Milano, ai funera del cardinale Carlo Maria Martini, si sono presentati in più di 20 mila (seimila dentro al Duomo, 15 mila fuori). Benedetto XVI ha inviato un messaggio in cui definisce Martini «pastore generoso», in grado «di dialogare con tutti». Racconta Berizzi su Rep: «Nell’omelia pronunciata dall’arcivescovo di Milano, Scola, in verità la “personalità” di Martini viene ricordata proprio attraverso il suo tratto “inconfondibile”. L’autonomia di pensiero. “La morte del cardinale è stata personale perché destinata alla sua personale, inconfondibile risurrezione, al suo personale modo di stare per sempre con il Signore e in lui con tutti noi”. Un concetto ribadito più tardi, quando Scola spiega che le “diversità di temperamento e di sensibilità nella Chiesa, come le diverse letture delle urgenze del tempo, esprimono la legge della comunione: la pluriformità dell’unità”. La celebrazione inizia alle 16. Le tre navate del Duomo sono gremite, in piazza ventimila persone seguono i funerali su due maxischermi. L’ultimo a entrare nella cattedrale è Monti. Prende posto in prima fila accanto alla moglie. Accanto a lui ci sono i ministri Giarda, Riccardi, Balduzzi, Ornaghi, il presidente della Lombardia Formigoni e il sindaco di Milano Giuliano Pisapia. Presenti anche Romano Prodi, il leader Udc Pier Ferdinando Casini, la vicepresidente della Camera Rosy Bindi, il governatore pugliese Nichi Vendola. Nel primo banco a destra ci sono i familiari di Martini: la sorella Maris, il capo coperto dal velo nero, e i nipoti Giovanni e Giulia. Dopo i canti e le preghiere introduttive, inizia l’omelia di Scola».
• «(…) Alle due e mezza la cattedrale è già piena e molti sono fuori, in piazza, davanti a un maxischermo. Non è un’adunata oceanica. Per dire: ai funerali di Mike Bongiorno c’era molta più gente. Ma è uno di quei momenti in cui la Chiesa dimostra la sua differenza da quel che chiama “il mondo”. Il “mondo” che ha a lungo discettato su quanto la personalità di Martini dividesse i fedeli “l’antipapa”, l’avevano chiamato a un certo punto i giornali); il “mondo” che in questi giorni s’è addirittura inventato macchine dalle quali Martini avrebbe chiesto di essere staccato; il “mondo” insomma che ha usato l’arcivescovo appena morto per dispute ideologiche. E che se invece fosse qui, adesso, vedrebbe preti suore e fedeli venuti da tutta la diocesi, senza distinzione tra una Chiesa di destra e una Chiesa di sinistra; e sentirebbe il messaggio affettuoso di papa Ratzinger letto dal cardinal Comastri; e assisterebbe alla messa celebrata dal ciellino cardinal Scola». [Brambilla, Sta]