Rassegna, 27 agosto 2012
Siria, massacro alle porte di Damasco
• Le organizzazioni legate all’opposizione siriana riportano di massacri indiscriminati da parte delle forze di Assad, specialmente a Daraya, una cittadina situata a circa 30 chilometri a sud-ovest di Damasco. Difficile verificare il numero delle vittime in modo indipendente. Fonti locali legate ai ribelli segnalano però «almeno 320 morti» nella sola Daraya, molti dei quali sarebbero stati uccisi in vere e proprie esecuzioni a sangue freddo. Nei video diffusi via Youtube e sui siti dalle organizzazioni umanitarie sono visibili decine di corpi avvolti in scialli e coperte arrossati di sangue. In maggioranza sembrano giovani uomini che potrebbero aver partecipato alla guerriglia. I loro cadaveri sono accatastati presso la moschea di Abu Auleiman Al Darani. Ma almeno in un video sono riconoscibili anche bambini colpiti alla testa e persino le immagini di un neonato insanguinato. Scrive Cremonesi sul Cds: «La tv di Stato ripete il consueto mantra, per cui l’esercito starebbe dando la caccia a “terroristi e stranieri infiltrati”. A detta dell’agenzia stampa ufficiale Sana: “Le nostre valorose forze armate hanno ripulito Daraya dai resti di gruppi terroristi armati, che hanno commesso crimini contro i figli della cittadina, oltre a distruggere e sabotare proprietà pubbliche e private”. L’emittente trasmette le immagini di civili lealisti che ringraziano i soldati per aver “liberato” le loro case. A rafforzare questa tesi si è aggiunto ieri lo stesso presidente Bashar Assad, che, dopo aver incontrato a Damasco una delegazione iraniana, ha per l’ennesima volta puntato il dito contro “il nemico straniero”. “Il popolo non permetterà al complotto internazionale contro la Siria di avere successo – ha detto il presidente –. Sconfiggeremo i nostri nemici a qualsiasi prezzo”».