Rassegna, 21 agosto 2012
Passera: troppe tasse, sono una zavorra
• Dopo Mario Monti, al Meeeting di Cl a Rimini si è presentato ieri Corrado Passera, che ha ripetuto che «l’uscita dalla crisi è vicina. Dipenderà molto da quello che si riuscirà a fare». Senza però «nasconderci i problemi sulla crescita e sulla crisi: la situazione è un po’ peggio di quello che uno potrebbe immaginarsi». E la colpa, per Passera, è «l’eredità di questi ultimi 20 anni di seconda Repubblica davvero deludente». Senza evasione e con un debito su livelli europei, «saremmo oggi un altro Paese». Scrive Alfieri sulla Stampa: «Una tesi che l’ex banchiere sostiene con qualche numero macro. “Il debito pubblico era sceso al 100%, avevamo imboccato la strada giusta e poi è risalito al 120”, prosegue. “Inoltre ci siamo divorati una serie di risorse che ci avrebbero consentito oggi di essere tra i Paesi virtuosi e con bassi spread”. Il riferimento è al “dividendo euro”: “Seicento miliardi di minori interessi sul debito dilapidati”. E ancora: “Cento miliardi di evasione per 20 anni, che fanno 2 mila miliardi, il nostro debito pubblico. Duecento miliardi di proventi dalle privatizzazioni scialacquati. E 700 miliardi di ricchezza perduta a causa della minor crescita rispetto alle media Ue”, che per il ministro è soprattutto figlia di un crollo della produttività: “Dieci punti di ritardo da recuperare sull’Europa, una zavorra che è molto più grave dello spread”. (…) Sul nodo produttività, alla vigilia di settembre, Passera lancia una sfida ai sindacati. “Abbiamo cento piccole leve che se le parti sociali avranno il coraggio di affrontare ci permetteranno di recuperare questo gap”. Poi l’augurio: “Si capirà dalla prossima stagione contrattuale se ci sarà voglia di fare quell’esercizio, anche doloroso, che ha fatto la Germania dieci anni fa e con cui si è salvata”. Altrimenti, è la ricaduta del Passera pensiero, non ci sarà mai spazio per tagliare le tasse. “Abbiamo una delle più alte tassazioni al mondo: è una zavorra che dobbiamo correggere”, continua il ministro. “Dobbiamo trovare le risorse per il welfare e per ridurre la fiscalità ai cittadini e alle imprese oneste”».
• L’ottimismo di Passera e di Monti ha scatenato però la reazione dei sindacati. «Noi non vediamo l’uscita dal tunnel, anzi ci aspetta un autunno molto difficile», ha detto Elena Lattuada, segretaria confederale della Cgil. «Non vedo spiragli positivi, dire che ci sono è una manifestazione di ottimismo necessaria ma assolutamente infondata», per il segretario della Uil, Angeletti. «Il numero dei disoccupati rischia di crescere così come il numero delle imprese che chiuderanno». Appena più possibilista Raffaele Bonanni. «Spero che Monti abbia ragione, il Paese è in una situazione disastrosa». [Alfieri, Sta]