La Gazzetta dello Sport, 17 agosto 2012
Passera e Clini – ministri dello Sviluppo e dell’Ambiente – arrivano oggi a Taranto e, per prudenza, il questore Enzo Mangini ha isolato l’area della prefettura, in cui i due incontreranno i rappresentanti della Regione, quelli delle amministrazioni locali tarantine e l’autorità portuale: vietato manifestare nelle adiacenze, vietati il transito e la sosta dei veicoli a ridosso del palazzo del governo e nelle aree circostanti
Passera e Clini – ministri dello Sviluppo e dell’Ambiente – arrivano oggi a Taranto e, per prudenza, il questore Enzo Mangini ha isolato l’area della prefettura, in cui i due incontreranno i rappresentanti della Regione, quelli delle amministrazioni locali tarantine e l’autorità portuale: vietato manifestare nelle adiacenze, vietati il transito e la sosta dei veicoli a ridosso del palazzo del governo e nelle aree circostanti. Senonché, proprio in occasione dell’arrivo dei due ministri, i supporter del gip Patrizia Todisco, che ha sequestrato gli impianti ed esige la chiusura dell’Ilva fino a bonifica ultimata, avevano organizzato un corteo che partendo da piazza Castello (la piazza del Municipio) avrebbe dovuto raggiungere la prefettura in modo da farsi vedere dai ministri riuniti. Non sarà possibile, e la cosa ha provocato un duro comunicato di protesta da parte degli organizzatori, il movimento “Cittadini liberi e pensanti”. D’altra parte, coloro che, senza negare la necessità della bonifica, si oppongono strenuamente all’idea di spegnere gli altiforni, continuano con gli scioperi di due ore. Ieri, un 1.000-1.200 di questi lavoratori hanno invaso l’Appia e la Statale 106. Oggi un altro corteo con assemblea si svolgerà sull’Appia. I due schieramenti, astrattamente ascrivibili tutti e due alla sinistra, sono tuttora fieramente contrapposti. La Fiom-Cgil continua a rifiutare gli scioperi – indetti invece da Cisl e Uil – con l’argomento che dietro gli scioperi si fa in realtà politica anti-magistrati usando strumentalmente i lavoratori. La Cisl sostiene però che gli iscritti alla Fiom non hanno dato retta al loro sindacato e hanno in gran parte incrociato le braccia.
• Quindi, se capisco bene, continua intorno all’Ilva la contrapposizione di due schieramenti, entrambi – per dir così – democratici: quelli che vogliono la prevalenza, su tutto e a qualunque costo, delle ragioni ambientali e quelli che si fanno paladini del primato del lavoro, di fronte al quale tutto il resto deve venir meno. I primi col giudice Todisco, i secondi – magari senza dirlo e anzi con notevole imbarazzo (i giudici sono democratici per definizione) – contro.
Il bello è che nel corso della pausa ferragostana sono venuti alla luce documenti buoni sia per l’una che per l’altra parte. Mia moglie dice che in Italia, ogni volta che si mette il dito su qualcosa, esce fuori un verminaio. Questo è il caso.
• Per esempio?
Il gip Todisco vuole perentoriamente che l’Ilva di Taranto sia chiusa, e non importa se questo farà venir giù il sistema industriale italiano, con l’argomento ineccepibile che il tasso di tumori nella zona è superiore di un 15 e qualche volta di un 30% alla media regionale. Succede però che lo studio di riferimento – l’ormai celebre Sentieri, citato l’altro giorno anche da noi – dispiega tabelle che descrivono il periodo 1995-2002. E non si tratta di rilevazioni un po’ troppo distanti nel tempo? E non sarebbe il caso, trattandosi di cancellare 15-20 mila posti di lavoro solo a Taranto, di raccogliere magari qualche percentuale più aggiornata? Seconda questione: è vero che il tasso di inquinamento (diossine+cancri) è del 15-30% più grave che nel resto della Puglia, ma, essendo quei valori generalmente più bassi al Sud, risulta che l’Ilva di Taranto è comunque meno inquinata e inquinante del Veneto e della Lombardia. Dovremmo allora, con le carte della dottoressa Todisco, chiudere anche queste due regioni?
• E i documenti a favore degli ambientalisti?
Beh, le intercettazioni telefoniche, nelle quali si sente un ex consulente dell’Ilva – Girolamo Archinà, licenziato dall’attuale presidente Ferrante – far pressioni sull’Amministrazione per ammorbidire i controlli ambientali, sfumare i dati sulle emissioni inquinanti, «vendere fumo», insomma. Quindi uno si domanda, legittimamente: ma se i numeri non erano così gravi, come mai vi siete messi a far pressioni sugli amministratori locali e relativi periti? Fermo restando che le intercettazioni non sono una prova (non per noi), ma che restituiscono comunque un significato generale all’oggetto dell’indagine e che questo significato – o gusto, o sapore - non può non orientare i magistrati, verrebbe da dire che la Todisco ha ragione.
• Si potrebbero avere, alla fin fine, dati più recenti?
Impariamo un’altra parola: Aia, nel senso di Autorizzazione Integrata Ambientale. Se ne sta preparando una nuova, basata su una «procedura di revisione che assume come riferimento l’impiego delle migliori tecnologie indicate dalla Commissione Europea e le prescrizioni del gip di Taranto». Quindi dovremmo finalmente avere dati freschi. Intanto l’Ilva ha presentato ricorso al tribunale del riesame contro l’ordinanza Todisco di chiusura. E cinque degli otto arrestati sono tornati liberi. Restano ai domiciliari: Riva padre e figlio e l’ex direttore siderurgico di Taranto, Luigi Capogrosso.
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 17 agosto 2012]