La Gazzetta dello Sport, 15 agosto 2012
Domani i giornali non escono, Ferragosto – pausa generale per tutti – può essere considerato una specie di Capodanno: campionato e scuole debuttano tra pochi giorni, tutti aspettiamo la ripresa come una sorta di nuovo inizio
Domani i giornali non escono, Ferragosto – pausa generale per tutti – può essere considerato una specie di Capodanno: campionato e scuole debuttano tra pochi giorni, tutti aspettiamo la ripresa come una sorta di nuovo inizio.
• Questi pistolotti preludono in genere alla sua mania di fare pronostici.
Il grande Gianni Brera diceva che solo chi non fa profezie non le sbaglia. Ma lei ha già consumato una delle cinque domande previste e questo, in una puntata come quella di oggi, è davvero uno spreco. In questo numero di magie, comincerò dunque con l’indovinare la domanda che aveva in testa, in modo da tenerla in pari. Scommetto che la domanda era: usciremo, al ritorno dal mare, da questa maledetta crisi che ci impedisce quasi di parlar d’altro? E la risposta, come già dissi l’anno scorso e due anni fa, è: no, caro, purtroppo no. La crisi è profonda, radicata, sta nel nostro sistema di vita ingordo e sbagliato e nei debiti che abbiamo contratto per vivere al di sopra dei nostri mezzi profittando del silenzio dei nostri discendenti, i quali potranno protestare solo quando sarà troppo tardi e noi saremo da un’altra parte. In generale, dunque, la crisi è molto lontana da una soluzione. In particolare, aspettiamo il 12 settembre, giorno nel quale i giudici della Corte costituzionale tedesca riuniti a Karlsruhe diranno se il fondo salvastati Esm è compatibile con la loro Carta. La informo che il tentativo di un antieuropeista di far slittare la sentenza non è andato a buon fine e le faccio il primo pronostico: i giudici diranno che è compatibile e questa partita ci andrà bene. Questo significa solo che, attraverso le procedure complicate scovate da Mario Draghi, avremo un compratore di ultima istanza anche noi come gli americani e quindi un po’ di sollievo sui nostro spread. Non basterà certamente questo, però, per dire che la crisi è finita.
• E che cosa ci vorrà allora?
Per quello che riguarda l’Europa, che il processo di unificazione bancaria, fiscale, economica e politica vada avanti. Anche se la cosa fa diventare furibondi i tedeschi, è indispensabile che i debiti siano messi in comune e che ci sottoponiamo tutti a un’autorità esterna che oltre a stampare moneta ci impedirà di buttare i soldi dalla finestra. Prevedo dunque che l’euro non salterà, anche se gli attacchi alla moneta unica non cesseranno. Sarà una battaglia dura.
• E per quanto riguarda l’Italia? Sto chiedendo profezie politiche.
Beh, Berlusconi non torna in campo e se torna in campo piglierà una bastonata da non dimenticare. Mi pare difficile che si voti a novembre. Scommetto sul voto ad aprile con una legge elettorale che sarà un porcellum modificato votato a maggioranza dal centro-destra. Sostanzialmente: una legge elettorale proporzionale con gli sbarramenti, senza il premio di maggioranza e tre preferenze. Una bella porcheriola che impedirà a Bersani di farla da padrone, terrà fuori i troppo piccoli (e secondo me non entra in Parlamento neanche la Lega) e permetterà il governo di grande coalizione con Monti a palazzo Chigi. Possibili presidenti della Repubblica: Casini, Pisanu o Anna Maria Cancellieri (per la quale tifo io).
• La guerra?
Il rischio c’è, e tra l’altro – chiedo scusa per il cinismo – sarebbe una soluzione per la crisi economica. In ogni caso: secondo fonti israeliane, il 1° ottobre l’Iran raggiungerà i 250 kg d’uranio arricchito al 20%, molto oltre i limiti consentiti. Ciò basterebbe a produrre da due a quattro superbombe, a montarle sui nuovi missili Shahab-3, e a lanciarle sullo stato ebraico. Sembra logico che, se sono sicuri di questo, gli israeliani attacchino prima. Lo dico con parole leggere, ma questa previsione è tremenda: una guerra generale in Medio Oriente, giocata con le grandi potenze alle spalle di ciascun contendente. Io vedo ardua anche la situazione in Cina, dove la crescita del ceto medio è foriera di squilibri epocali.
• Il nuovo presidente degli Stati Uniti?
Romney ha puntato su un vicepresidente radicalmente di destra, segno che crede di aver già conquistato la sua quota di elettorato di centro. Penso che, a meno di crolli dell’economia anche negli Stati Uniti, non ce la farà. Obama starà alla Casa Bianca per altri quattro anni.
[Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport 15 agosto 2012]